Avezzano. Dure accuse a Regione e Comune di Avezzano dopo la decisione di liquidare il Crab di Avezzano (Consorzio di ricerche applicate alle biotecnologie) avviando la fusione con il Cotir e il Crivea, i centri di ricerca sulle tecniche irrigue e su quelle vitivinicole ed enologiche. C’è già chi parla di uno scippo alla Marsica con la complicità dell’amministrazione guidata da Gianni Di Pangrazio e chi contesta il pagamento di liquidatori senza una certezza di quanti soldi prenderanno per la consulenza. A rischio, inoltre, 25 posti di lavoro nella Marsica. Per l’onorevole Filippo Piccone, “la decisione assunta dalla Regione insieme al comune di Avezzano di dare il via libera allo scioglimento del Crab è assurda e dannosa per il nostro territorio e per la ricerca. Molto è stato fatto dal Consorzio di ricerche in questi anni”, ha sottolineato Piccone, “nonostante le numerose difficoltà economiche incontrate. Se è vero che il Crab ha costituito, anche grazie al contributo dell’Università dell’Aquila, un’importante eccellenza nel campo della ricerca”, si domanda Piccone, “perché non prevedere quale sede unica dei tre enti abruzzesi la città di Avezzano che possiede già le risorse umane e strutturali più importanti?”. Una domanda che in molti si sono fatti visto il tono ottimistico assunto nella delibera che decreta la fine del Crab di Avezzano, avversata solo dalla Provincia e dal presidente Antonio Del Corvo che ha abbandonato al momento del voto. “Solo se la sede sarà assegnata ad Avezzano”, continua Piccone, “potrà giustificarsi una decisione volta a implementare la ricerca in Abruzzo nel segno di una riorganizzazione regionale”. Secondo Piccone, “sarebbe stato più logico procedere con celerità all’approvazione della legge regionale, con relativi fondi in bilancio, evitando procedure che potrebbero causare ulteriori danni alla ricerca e ai lavoratori. Purtroppo”, conclude il parlamentare, “stiamo assistendo a scelte regionali lente e difficili per un territorio già troppo provato, altro che Regione veloce e facile: per risanare, anziché utilizzare due aggettivi sarebbe stato meglio utilizzare qualche verbo”. Sulla vicenda interviene anche l’ex consigliere comunale Mario Casale secondo cui “il pubblico, cioè la Regione, si disinteressa di un importante ente per il territorio, e il Comune di Avezzano asseconda il disinteresse, favorendone la messa in liquidazione. Mi chiedo”, aggiunge, “qual è l’obiettivo? Forse la governance non omogenea politicamente al Comune e alla Regione?”. Secondo Casale, “sarebbe più utile al territorio avviare una azione congiunta di Comune di Avezzano, di Regione e degli altri soci pubblici per contribuire alla costruzione di una legge regionale che preveda un ruolo strategico degli enti di ricerca, in grado di aiutare la ripresa dello sviluppo economico, ammodernando tutta la rete industriale, e non solo, dell’intera regione”.