Era una giornata come tante; Maria e Giuseppe stavano coltivando, Maria, in cinta, si faceva abbracciare dalla stanchezza quando un dolore immenso la baciò, mentre stava piantando del grano.
Giuseppe reagì d’istinto e portò Maria dentro una baracca, la adagiò su un ruvido muretto di legno, davanti si vedevano tutti oggetti arrugginiti che sembravano sorridere malinconicamente.
Giuseppe era avvolto dalla paura; voleva chiamare l’ambulanza, ma non fece in tempo perché vide una faccetta spuntare dalle braccia di Maria; Giuseppe si fece toccare da un’immensa gioia ed andò ad abbracciarla stringendola fortissimo. Contentissimo chiamò tutti gli amici ed i parenti. Mentre il tempo scorreva, si formava un po’ di fila; piano piano si avvicinò un pastore che gli disse “Oh mio signore, aiutami ! La maggior parte delle mie pecore sono scappate via, ho potuto portarti un po’ di formaggio” e se ne andò via con la speranza che le sue pecore ritornassero.
Ancora tante persone volevano incontrare il Messia.
Entrò con un passo medio il fratello di Maria che gli disse “Oh Nipotino mio, aiutami; mio figlio è un delinquente, va a giocare d’azzardo e non sa cosa fare; ecco tieni questo maglione ti donerà un immenso calore, aiutami !” e se ne andò piangendo consapevole che nella Marsica c’è tanta delinquenza. Dietro di lui c’era la vecchia maestra di Giuseppe che gli disse “Oh, Messia tanto atteso! Proteggi i miei alunni; ecco tieni questo libro così da adulto diventerai molto intelligente”.
Finita la fila, tutta quella gente se ne andò con la speranza che il Messia avrebbe realizzato i loro desideri.
Emiliano Angeloni, classe V A, scuola Vivenza Giovanni XXIII di Avezzano