Avezzano. Assemblea dei lavoratori della Cartiera Burgo, ieri mattina, nel piazzale antistante lo stabilimento fucense dell’azienda, per fare il punto della situazione sul delicato incontro romano dello scorso lunedì, tenutosi nella sede del Ministero dello sviluppo economico, tra l’azienda Burgo, la Regione Abruzzo, la Provincia di L’Aquila, il Comune di Avezzano e le parti sociali. Una lunga e appassionata riunione, dunque, per illustrare agli operai marsicani i dettagli del summit ministeriale. Un vertice, quello romano, dove è stato concordato un tavolo tecnico, agli inizi del mese prossimo, tra le istituzioni, il Governo e l’azienda, per la valutazione dell’interesse delle aziende potenziali acquirenti, in cui lo storico gruppo industriale di Altavilla Vicentina si impegna a un progetto di riconversione della produzione della carta speciale in cartoncino. Le rappresentanze sindacali hanno sottolineato l’importanza dell’accordo sottoscritto con l’azienda Burgo che prevede, in sintesi, settantacinque posti di mobilità, cinquanta persone impiegate nella Cartiera di Avezzano e altre cinquanta trasferite negli altri siti della Burgo, italiani e in quello belga di Ardennes, a cui l’azienda garantirà diaria e alloggio per un anno. La Regione Abruzzo si è impegnata a diminuire la pressione delle accise sull’energia e a facilitare l’insediamento e il finanziamento della formazione della nuova azienda, reperendo i fondi agevolati allo scopo. La Provincia di L’Aquila, attraverso il Ministero del lavoro, si attiverà per prorogare gli ammortizzatori sociali disponibili. Il Comune di Avezzano si è impegnato a facilitare e snellire, attraverso lo sportello unico per le attività produttive, tutte le pratiche burocratiche per la nuova riconversione del sito produttivo. Alla fine dell’assemblea un coro, tuonato all’unisono con forza imperiale, si leva tra alcuni operai: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, articolo primo della nostra Costituzione. Un dettato, quello costituzionale, semplicemente da rispettare per non calpestare, ancora una volta, per l’ennesima volta, l’inalienabile diritto dei lavoratori a un’esistenza libera e dignitosa. Le istituzioni sono avvertite. Antonio Salvi