Avezzano. Pagavano settemila euro per un permesso di soggiorno ottenuto con falsi contratti di lavoro, ma una denuncia ha fatto scoprire un traffico di stranieri nella Marsica e sei persone sono finite alla sbarra. Alla fine, però, il lavoro non arrivava e gli stranieri si ritrovavano in mezzo a una strada senza denaro, senza casa e senza un posto di lavoro che li aveva spinti ad arrivare in Italia. Con queste accuse sono finiti davanti al giudice due italiani e quattro stranieri che dovranno rispondere di truffa aggravata, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, nel caso di una donna, di estorsione, tutto in concorso. Il provvedimento di rinvio a giudizio, emesso dal Gup, Andrea Taviano, riguarda Vincenzo Alfonsi, 77 anni, di Gioia dei Marsi, Salvatore Fellini (53), di Celano, Knime Chaibia (57), Kabbour Abaziad (35), Abdelkrim Abaziad (58) e Amhede Lafsahi (36), tutti marocchini residenti nella Marsica. Gli stranieri venivano fatti arrivare in Italia con la promessa di un lavoro. Una volta giunti nella Marsica, però, il lavoro non c’era e dovevano pagare, secondo l’accusa, somme che andavano da settemila a novemila euro. Un meccanismo semplice ma efficace che è stato portato alla luce dopo una denuncia. Infatti dopo gli accertamenti è stato accertato un vero traffico di immigrati, scoperto dopo un’indagine durata più di un anno e messo in atto da una vera organizzazione composta da marsicani e stranieri. Non è mai stato chiarito il numero esatto di immigrati caduti nella rete del gruppo di presunti truffatori. Ben 15 stranieri, però, hanno presentato una denuncia e raccontato la loro storia. Sarebbe stato accertato, però, un giro d’affari di circa 100mila euro. La prossima udienza è stata fissata per il 12 gennaio 2016 davanti al giudice monocratico Carla Mastelli. L’indagine è coordinata dal procuratore della Repubblica di Avezzano Maurizio Maria Cerrato. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Gianclemente Bernardini, Luca e Pasquale Motta, Gianni Paris e Vincenzo Retico.