Celano. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Avezzano e della Stazione di Celano hanno proceduto all’esecuzione di 7 misure cautelari nei confronti di altrettanti celanesi, per i reati di resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale. La vicenda che ha dato origine ai provvedimenti risale al novembre 2013: nel centro di Celano verso l’ora di cena si scatena, per precedenti motivi d’astio, una violenta lite all’interno di un bar, tra un cittadino kosovaro ed un italiano. I due si fronteggiano tentando di ferirsi con strumenti da taglio, ma vengono separati. In poco tempo si raduna, di fronte all’esercizio commerciale, una nutrita folla, (dapprima 50 persone che crescono velocemente fino a diventare circa 300), alcune della quali, seriamente intenzionate a chiudere la questione con forme di giustizia sommaria, chiedono a gran voce la “consegna” dello straniero.
I primi ad intervenire sul posto sono i Carabinieri della Stazione di Celano e della Compagnia di Avezzano seguiti dalla Polizia Municipale di Celano, che si frappongono, tra la folla inferocita e l’extracomunitario. Malgrado i tentativi di riportare le persone alla ragione, l’acredine scatenata da alcuni soggetti che, tra le ingiurie rivolte ai militari operanti, cercano comunque di farsi largo per raggiungere l’avversario, suggerisce di rifugiare lo straniero all’interno del bar, abbassando le saracinesche e ponendosi a difesa del locale. Immediati sono giunti i rinforzi dal Comando Provinciale Carabinieri di L’Aquila e dalle Compagnie di Sulmona e Tagliacozzo. Carabinieri in ausilio per dissuadere le persone dal commettere atti sconsiderati ed evitare una sicura tragedia; la presenza e la fermezza delle forze dell’ordine ha consentito di riportare la calma in capo folla, non senza qualche difficoltà dovuta ed alcuni attimi di tensione fomentata dai più facinorosi; alla fine, calata l’eccitazione, è stato creato un cordone di sicurezza volto ad evitare il linciaggio dell’extracomunitario da parte della folla e l’uomo è stato allontanato dal luogo.
I provvedimenti dell’autorità giudiziaria, è bene dirlo, non sono scaturiti dalla lite verificatasi in precedenza nel bar: quella storia che vede lo straniero e l’italiano coinvolti, è sfociata in un diverso procedimento (nel quale sono stati entrambi deferiti per minaccia aggravata) ed è ancora al vaglio dei giudici. Lo straniero, all’epoca dei fatti senza permesso di soggiorno, è stato espulso dal territorio nazionale, mentre nei confronti di un suo connazionale residente in altro comune, coinvolto marginalmente nelle fasi iniziali della vicenda e comunque denunciato per possesso di strumenti atti ad offendere, è stato emesso un foglio di via obbligatorio con il divieto di fare rientro nel comune di Celano.
Al vaglio della magistratura è stata la condotta di alcuni che, prima dell’arrivo dei rinforzi, pensando di avere facilmente ragione dei pochi Carabinieri e dei agenti della Polizia Municipale, per primi intervenuti sul posto, non si sono fatti remora di assaltare il personale operante, incitando la folla ed ingiuriando pesantemente i militari accusati di proteggere un criminale. Loro, i Carabinieri, con serena fermezza ed in linea con i loro doveri e valori, hanno impedito che la vicenda degenerasse in più gravi conseguenze ed hanno proceduto, seppure a fatica, anche nell’accertamento dell’episodio verificatosi in precedenza all’interno del locale. La decisione della magistratura ha ritenuto di stigmatizzare, anche, la condotta di chi, con il proprio agire, ha ostacolato l’operato dei Carabinieri intervenuti proprio per accertare i fatti connessi alla lite.
Raggiunti dai provvedimenti per i reati di “resistenza a pubblico ufficiale” aggravata ed “oltraggio a pubblico ufficiale” sono stati: T.V. 37enne, L.M. 38enne, P.G. 38enne, P.V. 27enne, tutti con recidiva specifica infraquinquennale, sottoposti all’obbligo di dimora nel Comune di residenza con divieto di uscire dall’abitazione dalle 20.00 alle 07.00, e D.P.A. 58enne, C.G. 21enne e M.G. 32enne, sottoposti all’obbligo di presentazione alla P.G.. Un provvedimento, sia pure cautelare, che rende giustizia dell’operato e della serena fermezza posta dai Carabinieri e dagli agenti della Polizia Municipale, e che sancisce con chiarezza come, a prescindere dalle ragioni (in questa circostanza neppure prese in esame, perché parte di altro procedimento) nessuno possa sentirsi autorizzato ad imporre con la forza la propria volontà, prevaricando chi per fede e professione è posto a tutela dei cittadini e del diritto.