Avezzano. Il Partito Democratico della provincia dell’Aquila intende offrire il proprio contributo alla riflessione che in questi giorni si sta sviluppando circa la prospettiva della riorganizzazione regionale del Servizio Sanitario offrendo degli spunti sui quali i nostri dirigenti , i nostri iscritti dovranno manifestare la propria posizione per definire una proposta complessiva. “La regione Abruzzo è ancora in piano di rientro sanitario”, ha spiegato il segretario Mario Mazzetti, “nel programma della nuova Giunta regionale e del Presidente D’Alfonso, si prevede una riorganizzazione strutturale delle Aziende Sanitarie al fine di rendere più efficiente l’offerta dei servizi sanitari regionali. Sia il Patto per la salute siglato il 10 luglio che il riordino dell’assistenza ospedaliera definito nel regolamento ,approvato il 5 agosto in sede conferenza Stato regioni, impongono cambiamenti importanti sull’attuale modello sanitario e richiedono alle regioni di operare in termini di efficacia e di efficienza, nel rispetto delle risorse programmate. La dotazione dei posti letto ospedalieri accreditati e a carico del Servizio sanitario regionale non dovrà essere superiore ai 3,7 per mille abitanti, comprensivi di 0,7 p.l. per mille ab. per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie, tenendo conto anche della mobilità sanitaria interregionale attiva e passiva. Saranno riclassificati gli ospedali in presidi di base, di I e II livello, saranno stabiliti standard per singola disciplina e date indicazioni degli standard per le alte specialità, su criteri di volumi di attività, di esiti di cura, di sicurezza di impianti di strutture e di attrezzature. Gli impegni attuali e futuri della Regione Abruzzo, sottoposta ancora al monitoraggio del piano di rientro, sono complessi e la riorganizzazione delle ASL deve essere di aiuto nel facilitare tali azioni di riordino. Alla luce di questa premessa rimangono fondamentali i presupposti già riportati nel programma elettorale del presidente D’Alfonso sulla necessità di mettere in rete tutta una serie diattività e servizi ed unificarli a livello regionale, ad es. Centro unico di prenotazione, Centro unico per acquisti beni e servizi, Servizio informativo, Osservatorio epidemiologico, Gestione del personale, Gestione delle risorse tecnologiche e strumentali, Gestione unica del Farmaco, Coordinamento e integrazione unificata a livello regionale della Prevenzione e dell’Assistenza sanitaria, sia territoriale che ospedaliera. Stante questi imprescindibili presupposti, può risultare interessante valutare le esperienze di altre Regioni . La definizione di una ASL unica regionale e la organizzazione dei servizi e delle attività di assistenza sanitaria in Aree vaste, coincidenti con aree territoriali omogenee potrebbe coniugare l’efficienza e l’unitarietà dei processi organizzativi, con la vicinanza ai territori. L’ASL unica regionale potrebbe consentire il conseguimento degli obiettivi del Patto per la salute e del riordino dell’assistenza ospedaliera, assicurando ai territori un’ autonomia gestionale nell’offerta dei servizi, in rispondenza dei bisogni della popolazione, soprattutto nelle aree interne e più marginali. Al contrario la scelta di ridurre a due ASL, rischia di comportare un aumento di costi diretti e indiretti per la riorganizzazione, ritardando il processo di omogeneizzazione e di razionalizzazione del Servizio Sanitario Regionale. Questi in sintesi sono le considerazioni che inviamo anche alle segreterie provinciali abruzzesi ed ai consiglieri regionali per sollecitare un dibattito costruttivo”.