Avezzano. In 8 anni persi più di 1.800 posti di lavoro nella Marsica, intanto all’Lfoundry si cercano soluzioni per rimodellare l’orario e assicurare a tutti un futuro. Questo il quadro presentato dalla Fim-Cisl durante un incontro – bilancio al Comune di Avezzano. “La crisi nel settore della micro elettronica è iniziata nel 2001”, ha commentato Antonello Tangredi Fim-Cisl, “ma nessuno pensava potesse avere effetti così lunghi. Abbiamo avuto in 8 anni una perdita occupazionale di 1.800 posti di lavoro, senza contare poi le micro aziende del territorio. Tutto ciò ha avuto effetti negativi su tutto il tessuto economico. Non ci sono più ammortizzatori sociali e andremo a chiedere al ministero altri 4 mesi di cassa integrazione in deroga e mobilità in deroga per tirare avanti, ma sarà dura”. Giovanni Di Sero, segretario generale Fim-Cisl, ha annunciato l’incontro all’LFoundry per un nuovo accordo sull’orario di lavoro. “Abbiamo domani stesso all’LFoundry un incontro con l’azienda per sancire delle linee guida da usare per gestire il sito”, ha precisato Si Fero, ”si pensa di fare una turnazione diversa per recuperare le ore lavorabili e far lavorare tutti. Invece di 2mila ore ognuno farà 1.700 ore circa e così si recuperano 200unità. Ci sono infatti 200-300 persone in bilico e i carichi di lavoro, alla fine dei contratti di solidarietà, non copriranno tutti i dipendenti. Con il nuovo assetto, invece, la situazione potrebbe cambiare e assicurare a tutti lavoro. La situazione è un pó complicata perché non c’è colloquio con le parti sociali e spesso decidono prima di comunicarlo. Ci sono per esempio un cerrto numero di persone che potrebbero andare in mobilità incentivata, siamo arrivati a 50 su 120. Per la Fiamm nel 2009 era stato scritto che avremmo recuperato quando messo da parte quando l’azienda si sarebbe ripresa. A distanza di anni è stato fatto un accordo che però non ci ha permesso di ridare ai lavoratori quello che gli spettava. Per questo abbiamo deciso di non siglare l’accordo. All’inizio di settembre si farà un’assemblea e si spiegherà come sono andate le cose. Se l’azienda deve fare un investimento deve presentare un business plan, non deve bussare alla porta dell’amico assessore regionale e cercare fondi”. Triste il bilancio per altre aziende del territorio Saes è da tempo in difficoltà, Tuzi costruzione 130 dipendenti ha in atto un concordato e i lavoratori da gennaio sono senza stipendio, la Smc ha dimezzato i dipendenti. Il sindacato ha auspicato che la Regione si impegni a investire i fondi Fas sul territorio per poter rilanciare le aziende rimaste e allontanare un ulteriore calo del livello occupazionale. Anche le banche, ci auguriamo, possano ridare ossigeno alle aziende.
“Abbiamo attivato un osservatorio per capire se le aziende hanno bisogno di qualcosa, se possiamo dare una mano prima che sia troppo tardi”, ha concluso l’assessore al Lavoro Francesco Paciotti, “al 31/7 ci sono oltre 34mila disoccupati di cui 3.300 sono extracomunitari. Ogni martedì qui in Comune riceviamo decine di disoccupati e non sappiamo più cosa dire. Vengono con tutta la famiglia, ma non abbiamo risposte per loro”.