Tagliacozzo. Al via anche quest’anno Tagliacozzo in film, rassegna cinematografica promossa dal Comune di Tagliacozzo, tesa a ricostruire un dialogo tra il cinema, i cittadini e gli amanti di uno dei borghi più belli d’Italia. “(…) Un’opera d’arte è un fatto universale (…) questa universalità non è l’universalità della filosofia, ma è universalità in una individuazione. (…) Individuazione che può anche – come in molti casi avviene – essere una vera e propria affermazione di nazionalità. Per nazionalità s’intenderà, naturalmente, non tanto una questione di meridiani e di paralleli, ma un fatto spirituale. Questo fenomeno, che in tutte le arti si manifesta, appare con maggiore evidenza nel film perché la nuova arte, per la sua particolare natura e per il carattere specifico dei suoi mezzi, è, più delle altre, legata alla realtà e spesso a un valore veramente documentario. (…) (Antonio Pietrangeli, «Bianco e Nero» n. 11-12, novembre-dicembre 1942, Verso il Realismo, a cura di Antonio Maraldi, Archivio Pietrangeli/Centro Cinema Città di Cesena, Società Editrice “Il Ponte Vecchio”). TAGLIACOZZOINFILM2014, che si svolgerà a Tagliacozzo dal 29 luglio al 24 agosto, trova quest’anno nuova ispirazione nelle parole di un giovane critico cinematografico di soli 23 anni, quell’Antonio Pietrangeli che diventerà lo straordinario regista di pellicole indimenticabili come Io la conoscevo bene (1965), film che rivedremo venerdì 22 agosto nell’incanto della Piazzetta Tre Molini durante la serata conclusiva della rassegna. Arte come fatto universale. Universalità in una individuazione. Nazionalità non tanto questione di meridiani e di paralleli, ma fatto spirituale. La nuova arte (il cinema), è, più delle altre, legata alla realtà e spesso a un valore veramente documentario. Queste folgoranti affermazioni suonano così vicine, familiari; di esse speriamo di poter restituire un seppur timido riflesso nel senso della ricerca di TAGLIACOZZOINFILM, che continua a proporre al suo pubblico immagini e storie che arrivano da ogni parte del mondo nella consapevolezza che la comprensione di se stessi passa soprattutto attraverso la conoscenza profonda dell’altro che ci viene incontro dall’altra parte della strada o dall’altra parte del pianeta. TAGLIACOZZOINFILM è soprattutto una festa del cinema vissuta quotidianamente – con i film in piazza la sera e le proiezioni pomeridiane della sezione COLLATERAL – nella splendida cornice del Palazzo Ducale – dedicata al sempre più fertile (di talento e di premi) terreno del cosiddetto “cinema del reale”, del documentario e delle sue contaminazioni, nell’impegno a contribuire ad appagare il desiderio mai sopito – nonostante la crisi, in Abruzzo come in tutta Italia – di un cinema di qualità che affondi vigorosamente le proprie radici nella storia e nella vita. Tema dell’edizione 2014 di TAGLIACOZZOINFILM sarà la libertà, di vivere e di scegliere il proprio destino, con tutto il bagaglio personale e comunitario di inferno e paradiso che accompagna la sua ricerca. Libertà dagli stereotipi sociali, di classe, economici, culturali, sessuali. Libertà di cambiare per essere se stessi, qualsiasi cosa questo voglia dire. Libertà di autodeterminazione, che in un contesto sociale deve sempre passare per il rispetto della libertà degli altri. Desiderio di libertà legittimo anche se l’aspirazione punta al raggiungimento di una condizione che non è affatto quella che si pensa che sia, ma solo una proiezione imposta, un immaginario che ci hanno insegnato a desiderare e per il quale si può essere paradossalmente pronti persino a morire. Come ci racconta il film La gabbia dorata (martedì 29 agosto, Piazzetta Tre Molini, ore 21:15), esordio intenso e maturo del regista messicano Diego Quemada-Diez. Libertà da se stessi, dalle proprie autoinflitte oscurità che ci impediscono di vedere la realtà – una, molteplice, sempre in divenire che sia – come nella poesia chirurgica di Father and Son del giapponese Hirokazu Kore-Eda (lunedì 11 agosto, Piazzetta Tre Molini, ore 21:15). Riflessioni filosofiche e artistiche che esplorano il concetto di libertà e di metamorfosi hanno origine nella classicità. Molti dei film che vedremo fanno riferimento a storie e figure appartenenti ai miti dell’Antica Grecia. Grecia simbolo inequivocabile di questi tempi e di una ricerca di cambiamento ostacolata per decenni dal banchetto macabro che si è consumato nella culla della civiltà e del pensiero occidentale, in quella dimensione estesa che travalica i confini nazionali, toccandoci molto da vicino, con tempi e forme tragicamente familiari. Ecco allora la potenza della tragedia greca echeggiare di un familismo e un nazionalismo (letteralmente) amorali nella sconvolgente messa in scena del film di Alexandros Avranas Miss Violence (venerdì 8 agosto, Piazzetta Tre Molini, ore 21:15), Leone d’Argento e Coppa Volpi per l’interpretazione maschile all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. E ancora, l’America anni ’80, vittima e carnefice dell’esplosione del fenomeno dell’Aids, fa da sfondo al pluripremiato agli Oscar 2014 Dallas Buyers Club, del regista canadese Jean-Marc Vallée (sabato 2 agosto, Piazzetta Tre Molini, ore 21:15) in una potente riflessione sul senso della libertà veicolata dalla strabiliante interpretazione di Matthew McConaughey. È un film sul delicatissimo passaggio all’età adulta La vita di Adele di Abdellatif Kechiche (domenica 3 agosto, Piazzetta Tre Molini, ore 21:15), premiato da Steven Spielberg con la Palma d’oro al Festival di Cannes 2013, e sulle scelte che si compiono in quella fase cruciale della vita in cui si va definendo l’identità di un individuo, guidati da un inestricabile intreccio di istinto e ispirazione da ciò che apprendiamo dalla vita, dallo studio, dal mondo che ci circonda. Un inno alla vita, alla libertà di scelta, nell’affrontare le conseguenze anche dolorose che ne derivano. Il ritorno, come sempre disturbante e necessario, di Lars von Trier con Nymphomaniac vol. I e II (in una “maratona” cinematografica sabato 16 agosto, Teatro Talia, ore 18:00 e ore 21:15) ci regala un altro vibrante ritratto di essere umano alla resa dei conti con se stesso, il mondo e la propria storia. Una discesa agli inferi vissuta attraverso il distacco del racconto di una donna che rivive la propria vita marchiata dall’etichetta autoimpostasi (?) di ninfomane. O semplicemente di donna fuori dagli schemi che pur nel dolore continua fino in fondo a portare con la dignità della consapevolezza – in un percorso in solitaria e necessariamente estremo come quello dell’artista – il marchio a fuoco della diversità non tollerata, della libertà nella costrizione, che – soprattutto se si è donne – continua a fare paura. Sull’irriducibile orizzonte della libertà si stagliano naturalmente le forme chiare e potenti dell’immaginario cinematografico di Antonio Pietrangeli, che proprio al concetto di autodeterminazione, e alla libertà di scegliere il proprio destino ha dedicato gran parte della propria ricerca cinematografica. Non a caso protagoniste dei suoi film – Il sole negli occhi, 1953 (martedì 5 agosto, Palazzo Ducale, ore 18:00), Adua e le compagne, 1960 (martedì 12 agosto, Palazzo Ducale, ore 18:00), La visita, 1964 (mercoledì 20 agosto, Palazzo Ducale, ore 18:00) – sono soprattutto donne. Pietrangeli ha saputo osservare e restituirci con delicatezza e acutezza il senso di un movimento tellurico nuovo e antico, il sentire intimo della condizione femminile in un’epoca in cui il nostro Paese si schiudeva a grandi cambiamenti. Al regista è dedicata la splendida mostra “Antonio Pietrangeli e le sue attrici”, curata da Antonio Maraldi per l’Archivio Antonio Pietrangeli del Centro Cinema Città di Cesena. Un viaggio attraverso i maggiori film pietrangeliani – da Il sole negli occhi (1953, con Irene Galter) al suo capolavoro Io la conoscevo bene (1965, con Stefania Sandrelli) – che ci regala lampi di un cinema che forse non esiste più, ma che ci lascia testimonianza tangibile del talento di tanti grandi artisti e professionisti. TAGLIACOZZOINFILMCOLLATERAL è invece il titolo della sezione pomeridiana (Palazzo Ducale, ore 18) di proiezioni, video e incontri che approfondiranno il tema della libertà dai punti di vista più disparati, nella suggestiva cornice del Palazzo Ducale, riaperto al pubblico in occasione della prima edizione di TAGLIACOZZOINFILM. Nell’anno del documentario, o almeno della sua nostrana consacrazione ufficiale, a Venezia come a Roma, continuiamo con il nostro piccolo viaggio alla sua scoperta, ma non solo. Nei nostri pomeriggi al Palazzo Ducale, oltre ad una selezione dei film di Pietrangeli incentrata sulle sue piccole grandi figure femminili, avremo la possibilità di assistere ad alcune delle opere più interessanti del “cinema del reale” nazionale e internazionale e a forme meticciate di fiction-non fiction che rappresentano indubbiamente un territorio di ricerca importante per il cinema del futuro. Dal misterioso e rivelatore Miraggio all’italiana di Alessandra Celesia (giovedì 14 agosto, Palazzo Ducale, ore 18:00) allo sguardo da entomologo innamorato nell’universo dell’adolescenza di Aishiteru My Love di Stefano Cattini (domenica 17 agosto, Palazzo Ducale, ore 18:00), dal viaggio tra gli ultimi della terra nella guerra civile in Congo di Silent Chaos (martedì 19 agosto, Palazzo Ducale, ore 18:00) di Antonio Spanò alla Sicilia, specchio dell’Italia, dell’Europa, cantata con lucidità e poesia da Vincent Dieutre nel suo Orlando ferito (lunedì 18 agosto, Palazzo Ducale, ore 18:00). In un’altra Africa – nostra “unica alternativa” ! – quella del Marocco montano, incontriamo l’enigma del progresso e della scelta nell’epico Il te o l’elettricità (giovedì 31 luglio, Palazzo Ducale, ore 18:00) del belga Jérôme Le Maire. E proseguiamo il nostro viaggio nella cultura iraniana con Iran velato, svelato e rivelato. Dialogo tra cinema e letteratura iraniana (domenica 10 agosto, Palazzo Ducale, ore 18;00), un appuntamento che mette insieme cinema e letteratura attraverso le voci autorevoli e appassionate di due giovani donne – la regista iraniana Firouzeh Khosrovani e l’editore italiano Bianca Maria Filippini (Ponte33) – che hanno scelto di farsi “ponte” tra culture diverse. Continua anche quest’anno la collaborazione con la sede abruzzese del Centro Sperimentale di Cinematografia che proprio sulla forma del documentario, del reportage d’attualità concentra la sua attenzione con la rassegna “Corti e gentili” dove sarà possibile assistere alla proiezione di quattro racconti cinematografici che hanno come scenario la città dell’Aquila e il suo territorio.
BELLA LA FOTOGRAFIA
Novità di quest’anno è la presenza di un momento dedicato alla partecipazione attiva del nostro pubblico, attraverso un workshop a cura di Mario Sesti (regista, studioso di cinema e critico cinematografico, tra gli ideatori del Festival Internazionale del Film di Roma per il quale si occupa della sezione al MAXXI, Direttore del Festival di Taormina). “Bella la fotografia, bravi gli interpreti” Mini corso di cinematografia: come diventare critici cinematografici in poche ore è un doppio appuntamento (sabato 23 e domenica 24 agosto) di riflessione sul cinema e sulla critica cinematografica che vedrà i partecipanti al lavoro per capire come si legge ciò che tutti conosciamo bene (i film) e come si raccontano, insieme all’esperienza che viviamo insieme a loro, in una recensione. Queste “lezioni” saranno forme di allenamento, esercizio e crescita di un’attitudine, quella degli spettatori, che nessuno ha mai avuto bisogno di imparare.
CONCORSO “SALA DI PROIEZIONE”
Infine ricordiamo che quest’anno è stato lanciato, grazie alla preziosa collaborazione del Festival Internazionale del Film di Roma e di Alice nella città, il concorso “Sala di proiezione”, omaggio alla critica cinematografica, forma letteraria che Antonio Pietrangeli frequentò assiduamente come critico rigoroso e appassionato, con lo stesso afflato etico e civile che lo portò a girare i suoi film.
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