Tagliacozzo. E’ stata l’ennesima giornata da dimenticare quella di ieri per i pendolari marsicani. Circolazione ferroviaria in tilt con rallentamenti e ritardi dovuti ormai al più improbabile dei motivi, compresa la scortesia o la mancanza di una pronta risposta del personale di Trenitalia. Ha rischiato brutto ieri il capotreno che ha costretto i pendolari ad un maggior ritardo per il rientro a casa per non aver avvertito i passeggeri di un treno fermo, pronto per la partenza, nella stessa direzione, da Roma a Pescara, di quello già fermo e in ritardo, sul quale i passeggeri sarebbero potuti salire e che invece gli è sfilato davanti beffando l’esasperazione dei pendolari in attesa del nulla. In molti se avessero potuto avrebbero restituito pan per focaccia al capotreno. Sono volate parole di sdegno e di sfinimento psicologico per una drammatica situazione d’incuria della linea e del sistema dei trasporti, unitamente al menefreghismo politico che probabilmente non si sanerà mai. La linea ferroviaria Roma – Pescara è ormai nota alle cronache per i continui disservizi. Disagi a catena per tutti i pendolari che spesso attendono sui trenianche qualche ora e che fanno molta fatica a credere a storie di incidenti con alberi, mucche, pecore e fulmini o ai quotidiani furti di rame, ennesima giustificazione per una situazione divenuta insopportabile. L’episodio di ieri ha mandato su tutte le furie i lavoratori e gli studenti che ogni giorno, per tornare a casa, dopo una lunga giornata di lavoro e di studio, devono tirare il collo prima di consumare la cena e comunque già sazi dell’ennesima purga. (g.r.)