Tagliacozzo. Si indaga sulle cause dell’esplosione di San Donato. Una delle ipotesi plausibili sarebbe quella di un errore nella miscelazione delle polveri. Per ora, quindi, l’ipotesi più accreditata è quella dell’incidente. I fuochi pirotecnici infatti contengono sostanze o miscele esplosive destinate a produrre anche effetti luminosi, sonori, gassosi, fumogeni, singoli o combinati. Tali effetti caratterizzano la suddivisione dei fuochi in base al rischio potenziale. Sempre secondo una ipotesi, quel giorno, alle 13.34, gli operai si stavano occupando della lavorazione e della miscelazione delle polveri. L’esplosione, quindi, secondo i primi accertamenti degli esperti, sarebbe avvenuta nell’ambito del ciclo di lavorazione delle sostanze piriche. Non ci sarebbero quindi responsabilità di terzi sopravvissuti o esterni che avrebbero dovuto controllare. Tutti i permessi richiesti dalla normativa vigente erano completi. La ditta Paolelli è stata sempre ritenuta scrupolosa e attenta al rispetto delle norme di sicurezza.
Sequestro. Tutta l’area della fabbrica è sotto sequestro, e sono in corso le operazioni di bonifica dal materiale esplosivo. Il riconoscimento dei cadaveri verrà eseguito nelle prossime ore, dopo l’espletamento di tutti gli adempimenti legali, come le nomine dei periti di parte.
La Procura di Avezzano ha aperto un fascicolo di indagine per l’esplosione che ha causato tre vittime nella fabbrica di fuochi d’artificio Paolelli a Tagliacozzo: come conferma il procuratore capo Maurizio Maria Cerrato si indaga per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Le tre salme saranno composte all’obitorio di Avezzano. Le tre vittime sono: Antonio Morsani, 47 anni di Rieti; Antonello D’Ambrosio, 33 anni di Petrella Liri, frazione Cappadocia (L’Aquila), e il figlio del titolare Sergio Paolelli, Valerio, di 37 anni.
Un Terremoto. Sono state registrate dai sismometri della Rete sismica nazionale, le esplosioni avvenute il 9 luglio nella fabbrica di fuochi artificiali di Tagliacozzo. Lo rende noto l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
La stazione sismica più vicina alla fabbrica, rileva l’Ingv, si trova presso il Santuario di Pietraquaria, vicino Avezzano, a circa 12 chilometri dalla fabbrica Paolelli. Al momento delle esplosioni ha registrato ”un segnale sismico simile a un terremoto, o meglio a una serie di piccoli terremoti”, la cui magnitudo è stata calcolata in 1,2.
Lo stesso evento è stato registrato da altri cinque sismometri che si trovano entro 40 chilometri dalla fabbrica. I segnali, rilevano gli esperti dell’Ingv in un blog, ”sono coerenti con una stessa origine e si presentano abbastanza simili tra loro. La durata totale è di circa un minuto”. I sismologi hanno quindi localizzato l’origine delle scosse entro uno-due chilometri dalla fabbrica e in un momento che coincide con la prima esplosione significativa, avvenuta alle 13:35:31 del 9 luglio 2014.