Avezzano. Il tema della solidarietà è stato protagonista di un significativo evento che si è svolto al castello Orsini e a cui hanno partecipato i bambini della scuola dell’Infanzia Madonna del Passo di Avezzano, della scuola primaria del Circolo Giovanni XXIII di Avezzano e della scuola San Barbara di Capistrello. L’evento ha consentito di raccogliere fondi a favore dei bambini del Burundi sostenuti dall’associazione onlus Help senza Confini. Francesco Barone, presidente dell’associazione, ha ringraziato Anna Giancola, coordinatrice dell’evento, le dirigenti Patrizia Marziale, Veria Perez, e tutte le insegnanti che, grazie al loro impegno, hanno permesso la realizzazione della manifestazione. Il professore ha sottolineato che E’ sempre molto emozionante parlare dei bambini africani. Nei loro visi, nonostante le numerose sofferenze sono stampati i sorrisi. I sorrisi di speranza e di chi sogna. I sorrisi di chi tende la mano per avere qualcosa, ma soprattutto per ottenere un po’ di affetto. Non so quante volte per i terreni rugosi, su una terra calpestata e smossa avrò incrociato gli sguardi dei bambini africani. Sono quegli occhi che ancora mi parlano e mi danno la forza per tornare da loro. Sono quegli occhi neri dove la luce della speranza a volte si rintana e a volte esce per abbagliare. Occhi da eclisse, capaci di arrestare l’energia trattenuta e nascondere soprattutto la forza vitale del sole, laddove il sole è veramente grande. Due soli occhi si interpongono tra te e il sole. Sono gli occhi di chi, nonostante la giovane età, hanno guardato le colline e la terra rossa, hanno guardato gli occhi di noi giganti bianchi. Chissà cosa vedono! Forse riescono a perforare i tronchi di baobab e orientarsi verso un luogo felice rincorrendo il vento. L’albero rappresenta il visibile e l’invisibile. Il visibile sono i frutti, i rami, le ombre che proietta sulla terra, l’invisibile, invece, sono le sue radici, che non vediamo e che magicamente lo sorreggono. L’albero dei giochi, dove i bambini si arrampicano e giocano a fare le scimmie spostandosi da un ramo all’altro, mentre il sole giocando con loro proietta a terra i movimenti. La dimensione del simultaneo e la profondità dei loro gesti, ti consentono di capire che quella realtà ha un senso, perché sono i tuoi stessi occhi che, fissando i loro, possono vedere il sole senza guardarlo. In quel preciso momento ti accorgi di aver messo in moto un processo di trasformazione, attraverso il quale impari a vedere le cose in modo diverso. Guardando quegli occhi, ricordi le sommesse interazioni della ninna nanna che lui non ha mai ascoltato, in uno spazio di sicurezza e insicurezza, in cui il vento, soffiando sotto il sole alza la terra rossa. Come su un’orbita di pianeta giri, fissando quegli occhi neri che non hanno avuto troppo sonno. Poi insieme al bambino sali sull’altalena e speri che quel movimento oscillante di andata e ritorno ti accompagni per tutta la vita. Non importa più se siano gli occhi ad eclissare il sole o viceversa. Ciò che è importante, invece, è la capacità di non dimenticare mai i grandi occhi neri di quel bambino che non è mai stato gigante, ma ha saputo trattenere e in parte offuscare la luce del sole. Tutto questo affida alla scuola un grande compito educativo , che aiuta tutti i bambini a crescere nel rispetto delle culture diverse, e nel grande gesto di solidarietà dettato dalla accoglienza e dal dono.