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Dalla Marsica una petizione per dire no alla mozione omofoba della Regione Lombardia

Redazione Attualità di Redazione Attualità
4 Luglio 2014
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Avezzano. Il marsicano Gianmarco Piccone ha presentato una petizione contro la mozione leghista omofoba approvata in Regione Lombardia. Una petizione per chiedere l’incostituzionalità della mozione che ha in meno di 24 ore già più di duemila sostenitori e 300 commenti di supporto ed ha incassato anche la firma del senatore del Pd Sergio Lo Giudice, sempre in prima linea nella difesa dei diritti LGBT. Gli interessati potranno firmare la petizione al seguente link: https://www.change.org/it/petizioni/abrogazione-mozione-anti-gay-della-regione-lombardia

La Regione Lombardia ha approvato una mozione, presentato dal capogruppo della Lega Nord Massimiliano e votata da tutto il centrodestra (Fratelli d’Italia, FORZA ITALIA e NCD) che di fatto ricorda quello di Putin in Russia, dietro il titolo “Iniziative per la tutela della famiglia naturale” viene istituzionalizzata l’omofobia e la discriminazione. Tale mozione non solo svuota le relazioni gay di ogni tutela giuridica. Nega di fatto la loro affettività vendoladefinendo la famiglia eterosessuale, da loro erroneamente chiamata “naturale” come più importante e l’unica degna di essere rispettata, la motivazione di tale comma è la seguente: “Non si può negare il principio che un rapporto fra un uomo e una donna è su un piano superiore da qualsiasi altro tipo di rapporto.“ Questo invito all’omofobia è anche una deriva integralista cattolica visto che la mozione prevede anche: “L’impegno per la Giunta regionale a introdurre il fattore famiglia, a individuare in collaborazione con il Consiglio regionale stesso una data per la celebrazione della Festa della Famiglia, fondata sull’unione tra uomo e donna, promuovendone sia direttamente che indirettamente attraverso scuole, associazioni e Enti locali la valorizzazione dei principi educativi, culturali e sociali. Infine impegna la Giunta regionale a chiedere al Governo centrale la non applicazione del Documento Standard per l’educazione sessuale in Europa, redatto dall’ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che prevede tra l’altro, nella fascia di età tra i 4 e i 6 anni, l’introduzione della masturbazione infantile precoce e l’identità di genere, ovvero la scelta se essere maschi o femmine.” “La scuola vuole esaltare l’omosessualità e la vita gay. I gay non sono famiglie” Questa la motivazione che giustifica il fatto che da oggi la Regione Lombardia si propone ad attuare un piano medievale per introdurre nelle scuole, e in altri luoghi pubblici l’educazione all'”omofobia”, insegnando di fatto che la diversità è una minaccia per la maggioranza e che la tolleranza e il rispetto sono valori privi di significato, mentre la violenza omofoba serve a difendere l’amore eterosessuale. La consigliera del M5S Iolanda Nanni , oltre a ricordare che questa mozione è di stampo punitivo verso il PD, Sel, M5S e un esponente Lega che hanno votato a favore del patrocinio regionale per il Gay Pride tenutosi qualche giorno fa a Milano, denuncia l’interpretazione falsaria di alcuni documenti istituzionali, anche sovranazionali come quello europeo. “La mozione contiene numerose falsità e libere interpretazioni di documenti istituzionali come il documento dell’OMS sulla promozione dell’educazione sessuale in età infantile. Non è vero che il documento invita a insegnare la masturbazione ai bambini, come asserito nella mozione. Questa e’ una bufala, peraltro anche datata, senza alcun fondamento in quanto il documento in questione fa solo riferimento alla necessita’ di educare il bambino senza che si senta colpevolizzato da questo atto naturale e istintivo. Ma possibile che il Consiglio Regionale debba scadere nel bieco bigottismo del pregiudizio e del ridicolo?  Questa non è una mozione che difende le famiglie è una mozione ipocrita contro le varie tipologie di famiglie, fra cui quelle omosessuali. Francamente, certi consiglieri dovrebbero forse aprire gli occhi al mondo reale e all’interno dei loro stessi partiti, dove ad esempio, Salvini, il segretario di Lega Nord, e’ divorziato, convivente di fatto e da questa unione ha un figlio. Questa per la Lega non sarebbe famiglia, dato che per loro lo e’ solo se benedetta dalla sacralita’ del vincolo matrimoniale.”, conclude Nanni. Numerose le dichiarazioni omofobe durante la discussione in aula di tale mozione liberticida, ne cito solo alcune fior da fiore: “Non si può negare il principio che un rapporto fra un uomo e una donna è su un piano superiore da qualsiasi altro tipo di rapporto. “Lo spot della Findus è un’esagerazione. “Esaltare l’omosessualità e la vita gay portano alla perdita del valore del ruolo paterno che risulterebbe attaccato nella sua autorità”, “La scuola vuole esaltare l’omosessualità e la vita gay. I gay non sono famiglie”, “Non comprendiamo che senso abbia l’introdurre nelle scuole delle fiabe che invitano a contrastare quello che è il concetto di famiglia naturale. Libro a forte impronta omosessuale e a tratti pornografico, che incita all’omosessualità”. Questi signori non hanno capito che tale mozione non danneggia solo le famiglie omosessuali, che già esistono in tutti gli strati della società e che meritano di essere rispettate e tutelate, ma crea FIGLI DI SERIE A (quelli che vivono in famiglie eterosessuali) e FIGLI DI SERIE B (quelli delle famiglie omoparentali che per la legge lombarda da oggi sono dei fantasmi privi di DIRITTI GIURIDICI)

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In breve la mozione prevede che:

1.La Famiglia eterosessuale viene definita come l’unica “naturale”, degna di tutela e più importante di qualsiasi altro tipo di affetto.

2.Piano nelle scuole e tutti gli altri settori pubblici per attuare tale discriminazione sociale

3.Pressioni sul Governo Centrale affinchè respinga lesiglazioni gay friendly, ma anzi si impegni a sostenere una politica retrograda e conservatrice.

4.Fondamentalismo religioso sostenuto dall’introduzione di una Festa dell’unioni Uomo-Donna, per ribadire ancora una volta la loro supremaziona

5.Blindata la regione, e quindi l’impossibilità per comuni aperti come Milano, a riconoscere i matrimonio gay contratti all’estero come hanno fatto altre città come Napoli

6.Libera e sbagliata interpretazione di alcuni importanti documenti, anche Europei, sull’educazione sessuale. Di fatto non si capisce come intende cambiare le cose la Regione su questo tema importantissimo per la maturità dei bambini e ragazzi che vanno istruiti su questi temi come fanno tutte le nazioni civili d’Europa e del mondo.

7.non danneggia solo le famiglie omosessuali, che già esistono in tutti gli strati della società e che meritano di essere rispettate e tutelate, ma crea FIGLI DI SERIE A (quelli che vivono in famiglie eterosessuali) e FIGLI DI SERIE B (quelli delle famiglie omoparentali che per la legge lombarda da oggi sono dei fantasmi privi di DIRITTI GIURIDICI.

Chiediamo pertanto ai Gruppi della Regione Lombardia di cancellare questo triste mozione e in contemporanea alla Corte Costituzionale di dichiararla incostituzionale  in virtù dell’articolo 2 e 3 della costituzione contenuti nei PRINCIPI FONDAMENTALI:

Art. 2

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Inoltre questa mozione va anche contro alcune sentenze della stessa Corte Costizuionale e della Cassazione in materia di Diritti Gay. Ricordo la  sentenza n. 170/2014,  la n. 138 del 15 aprile 2010 della Costituzionale e la sentenza numero 601 di quella di Cassazione in cui viene istituzionalizzata la necessità di un impegno del Governo Centrale a approvare almeno le Unioni Civili e a legiferare in tema di contrasto all’omofobia. Non solo si ritiene necessario anche legiferare sulle adozioni gay visto che come dice bene la Cassazione “non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza, bensì il mero pregiudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale”.

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