Avezzano. Erano state infettate in strutture a seguito di trasfusioni e avevano chiesto un risarcimento. Ora la Corte d’Appello dell’’Aquila ha concesso ad A.D.A., morta nel 2006 all’età di 75 anni, che aveva contratto il virus dell’epatite C in una trasfusione all’ospedale di Pescina, un maxi risarcimento. I fatti risalgono al 1973, antecedente alla scoperta del virus dell’epatite C; il giudice non ha quindi riconosciuto una “presunzione di ignoranza” al ministero, creando perciò un precedente. L’altro caso riguarda invece un uomo di 86 anni, ancora in vita, che aveva contratto il virus nel 1983. Il risarcimento è di 600mila euro nel primo caso e di circa 300mila nel secondo.