Massa d’Albe. Il comitato nato contro la realizzazione dell’impianto di compostaggio Cesca torna in campo e denuncia la presentazione di un nuovo progetto per la realizzazione di un impianto di triturazione di inerti. “Ci eravamo lasciati quasi un mese fa con una chiara ed esplicita dichiarazione dell’allora presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi”, hanno spiegato dal comitato presieduto da Velina Armati, “che su delibera della commissione di vigilanza sollecitava Antonio Sorgi responsabile del procedimento di valutazione di impatto ambientale a sospendere, riaprire e rivalutare il parere favorevole rilasciato in precedenza e tutto ciò sulla base di evidenti criticità fatte emergere dai cittadini”. Si sperava che a distanza di un mese qualcosa fosse cambiato e invece così non è. “Non è successo nulla e Sorgi sembra essere espatriato”, hanno continuato, “nel frattempo la ditta Cesca continua a ottenere ulteriori autorizzazioni e permessi per costruire e realizzare il mega impianto per lo smaltimento di 56mila tonnellate di rifiuti provenienti da chissà dove e, non contenta, presenta un altro progetto per un secondo impianto da 28mila tonnellate”. Il parco Sirente Velino che si era dimostrato contrario all’impianto non ha preso posizione in merito e non è intervenuta sull’iter per l’inserimento dell’area limitrofe a Massa d’Albe nella zona di protezione esterna dell’area protetta. Il comitato, che nei mesi scorsi ha lottato per bloccare il percorso autorizzativo, è pronto a continuare a lottare. “Molto probabilmente, cervi caprioli e tutte le altre specie animali protette che vivono e transitano in quel territorio dovranno a breve fare i conti con l’aria inquinata dagli impianti industriali e con il consistente traffico veicolare di mezzi pesanti che circoleranno in zona”, hanno concluso dal comitato, “territorio dalle potenziali ricchezze turistico-ambientali inestimabili, non valorizzate, ma che ben presto verrà trasformato in una grande zona industriale senza il benché minimo rispetto per il territorio, per l’ambiente e per la salute dei cittadini che mai avrebbero pensato di costruire le proprie abitazioni e di ritrovarsi, quindi, a vivere a ridosso di un polo industriale che porterà, però, tanta ricchezza a pochi”