Avezzano. Aree interne al centro dell’agenda politica del nuovo governo regionale: il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, chiama i 7 consiglieri eletti nella provincia dell’Aquila a fare lobby per far recuperare terreno alle zone montane bistrattate dalla politica degli ultimi venti anni. Operazione realizzabile attraverso “una spinta significativa e unitaria del territorio” a partire “dall’apertura immediata di un tavolo di confronto con il nuovo esecutivo regionale sulle troppe questioni irrisolte. “Il rilancio delle aree interne”, sottolinea il primo cittadino di Avezzano, a nome dell’intera Marsica, “non avverrà da solo: dobbiamo mettere in campo politiche per il lavoro e i giovani, lo sviluppo dei servizi e delle attività produttive di filiere ecocompatibili, in una logica integrata di distretto coinvolgendo i territori limitrofi e omogenei sugli obiettivi comuni e collaborando con Governo e istituzioni Europee sui grandi temi. Tutti insieme, coinvolgendo società civile e categorie produttive, dobbiamo da subito avviare una cooperazione istituzionale che abbia a cuore non già interessi egoistici e particolari, bensì i problemi reali del territorio”. Il sindaco di Avezzano, quindi, chiede ai neo-consiglieri regionali Lorenzo Berardinetti, Maurizio Di Nicola, Giuseppe Di Pangrazio, Andrea Gerosolimo, Emilio Iampieri, Pierpaolo Pietrucci e Gianluca Ranieri massimo impegno e unità d’intenti affinché ciascun territorio della provincia venga valorizzato in base a competenze e specificità: L’Aquila, che va ricostruita rapidamente, deve tornare a essere pienamente la città capoluogo, attraverso la valorizzazione delle funzioni urbane di Città di servizi, della ricerca, della scienza e dell’Università; Sulmona, vivacissimo centro artistico e culturale, deve puntare sulle produzioni agricole di nicchia e soprattutto sul turismo, sfruttando la sua posizione baricentrica rispetto ai grandi parchi naturali della Majella e d’Abruzzo; la Marsica deve trovare la naturale vocazione nella specializzazione della filiera agroalimentare, a partire dalla produzione, per continuare con la commercializzazione e la trasformazione industriale. “L’elenco delle priorità è lungo ma, se lavoriamo in squadra”, ribadisce il primo cittadino, “lo sviluppo delle aree interne si può fare, in una logica di specializzazione funzionale e di esaltazione delle vocazionalità di ciascun comprensorio dotato di un livello soddisfacente di servizi”. In quest’ottica Di Pangrazio dice stop alle spoliazioni, salvaguardia dei presidi e dei servizi sanitari, apertura di strutture logistiche fondamentali per l’intera Provincia come l’Interporto, ripresa degli investimenti nei trasporti, riforma delle società di gestione dell’acqua e della depurazione, diffusione massiccia di internet e delle nuove tecnologie, riconversioni produttive delle aziende in crisi strutturale. Solo così un territorio è attrattivo per vecchie e nuove imprese. Il declino delle aree interne si può e si deve invertire. Sta in noi. Ci vuole la volontà politica ed una classe dirigente regionale all’altezza del compito e consapevole del proprio ruolo.