Avezzano. Medici in prima linea per difendere la sanità della Marsica dai tagli previsti da Governo e Regione. Questa mattina si terrà in ospedale un’assemblea alla presenza di tutto il personale, dai medici agli amministrativi, fino agli infermieri e ai tecnici. Potrebbe essere programmata una manifestazione di protesta oppure altre clamorose iniziative contro il drammatico piano di spoliazione di reparti ospedalieri, personale e servizi. Gli ultimi provvedimenti del commissario straordinario alla Sanità, Gianni Chiodi, sembrano aver spaventato anche il personale ospedaliero che ha deciso di prendere atto della situazione e tentare di trovare una soluzione. Il colpo di grazia, dopo la chiusura lo scorso anno dei posti letto per acuti negli ospedali di Pescina e Tagliacozzo e dopo i tagli dei mesi scorsi, è stato l’annuncio che prevede lo smantellamento di altri cinque reparti specialistici e della direzione sanitaria ad Avezzano a favore della struttura dell’Aquila. A stabilirlo è stato un decreto del commissario alla Sanità, Gianni Chiodi, che prevede la chiusura graduale di importanti unità operative. Si tratta, in particolare, del decreto numero 15/2001 del 14 aprile 2011 con cui il commissario ad acta Chiodi e il sub commissario alla Sanità, Giovanna Baraldi, sanciscono in via definitiva e perentoriamente, a decorrere dal primo gennaio 2013, la chiusura di reparti fondamentali per l’organicità dell’unica struttura pubblica sanitaria dell’intero territorio marsicano. Si parla della scomparsa o del progressivo smantellamento dell’assistenza geriatrica, dell’endoscopia digestiva, della chirurgia vascolare, dell’anatomia patologica e addirittura della direzione sanitaria dell’ospedale di Avezzano. Senza contare la chiusura di un altro importante reparto come quello di Neurochirurgia. Ma il piano prevedrebbe anche altri tagli. A rischio ci sarebbero anche reparti di riabilitazione dell’ospedale di Tagliacozzo che subirebbero un depotenziamento. A Tagliacozzo problemi anche per quanto riguarda il servizio ticket e prelievo dove il personale addetto sarebbe insufficiente rispetto alla folla di utenti, costretta a file interminabili.