Avezzano. Vertice al ministero per lo Sviluppo economico sul caso Micron. In base a quanto previsto inizialmente dalla multinazionale dei 92 dipendenti dell’azienda marsicana 17 dovrebbero lasciare il sito. In realtà al termine dell’incontro di ieri al ministero per lo Sviluppo economico la Micron avrebbe annunciato di aver rimesso mano ai numeri e di conseguenza a dover
lasciare il sito abruzzese sarebbe solo qualche unità. “L’incontro è stato molto lungo, l’azienda è molto chiusa”, ha commentato Luca Colonna della Uilm, “ha confermato le 18 mensilità di mobilità per chi lascerà il sito e ha proposto la riduzione del numero degli esuberi in tutti gli stabilimenti italiani, di cui qualche unità ad Avezzano. C’è un’apertura per i trasferimenti in Italia, mentre per gli esuberi si ricorrerà alla mobilità incentivata o volontaria, oppure alla cassa integrazione per un anno”. Lunedì prossimo ci sarà un nuovo incontro nel quale le parti sociali sperano di chiudere l’accordo con l’azienda. Il sito marsicano dopo la vendita dell’azienda alla Lfoundry si è dedicata interamente alla ricerca e allo sviluppo. Nonostante il taglio radicale che la multinazionale farà in Italia lo stabilimento del nucleo industriale della città non verrà intaccato e potrà continuare a
lavorare nell’ambito della microelettronica. Intanto ieri il commissario all’Industria e all’imprenditoria Antonio Tajani vicepresidente della Commissione europea ha scritto una lettera ai vertici della multinazionale per scongiurare i licenziamenti e chiedere un incontro nel giro di due settimane. Proprio oggi, tra l’altro, è prevista sulla vertenza la rie unione del tavolo con il management italiano dell’azienda e i sindacati al ministero del Lavoro. Un appello a rivedere i tagli
è stato inoltre firmato dai deputati Roberto Rampi, Antonio Palmieri, Raffaello Vignali, Stefano Quintarelli, Mariastella Gelmini, Guglielmo Epifani, Ilaria Capua, Paolo Gentiloni, Deborah Bergamini, Pippo Civati, Luca Squeri, Alessia Mosca, Elena Centemero, Paola De Micheli, Matteo Mauri. “Occorre che tutti, istituzioni di governo nazionale e regionale e azienda”, si legge nel
documento, “facciano ogni sforzo per assicurare la salvaguardia dell’occupazione e per impedire la dispersione di competenze e di know-how”.