Avezzano. A due mesi dalle lezioni per il rinnovo del consiglio regionale Nicola Pisegna, consigliere comunale e membro della giunta regionale Del Turco, fa una riflessione sulla situazione della Marsica. “Ci avviciniamo alle regionali del 25 maggio in un clima surreale”, ha spiegato Pisegna, “si parla dell’Abruzzo, in Italia, per gli scandali (o presunti tali) legati alla ricostruzione aquilana, per le pruriginose vicende delle istituzioni regionali, per le avvisaglie di delegittimazione dei candidati alla presidenza che nulla hanno a che vedere con programmi e prospettive della nostra Regione. Non si ha neanche il buongusto di evitare trasmissioni televisive che nulla chiariscono ma strumentalizzano e amplificano le debolezze della nostra terra. Non abbiamo riferimenti forti a Roma e ce ne accorgiamo giorno dopo giorno. Tribunale, Micron, Cartiera, trasporti ferroviari, aumenti autostradali, tagli agli organici per vigili del fuoco e forze dell’ordine, solo gli ultimi esempi per l’Area Marsicana. L’ultima esperienza regionale, durata oltre cinque anni, verrà giudicata positivamente, forse, nel teramano. Noi che viviamo nella Marsica ci siamo svegliati così come ci eravamo addormentati, eppure avevamo ben otto consiglieri regionali ( un quinto del totale) ed un assessore. L’assetto idrogeologico del Fucino rimane lì così come il progetto irriguo , i depuratori iniziati da oltre dieci anni sono ancora inattivi e probabilmente non più a norma, l’ex ARSSA chiusa, il Crab senza soldi, il centro smistamento merci inattivo, l’ospedale senza investimenti risolutivi in termini di edilizia sanitaria e qualità assistenziale. L’unico intervento che si ricorderà, se si escludono quelli della Provincia sulle scuole, è quello sulla Circonfucense finanziato dalla Giunta Del Turco. Comunque andrà avremo un Presidente dell’area adriatica, il rischio dell’emarginazione della Marsica e più in generale delle aree interne è più che reale. I nuovi assetti istituzionali rischiano di allargare gli interessi verso la macroregione Abruzzo, Marche, Molise. Su questo asse verticale si svilupperanno la pianificazione e gli investimenti nel campo dei trasporti, del turismo, della sanità, dello sviluppo e della promozione dei prodotti agricoli. Si ignorerà così la centralità delle relazioni verso il Lazio che per l’area Marsa sono vitali. La vicinanza con Roma e, attraverso la strada del Liri , con basso Lazio e Campania sono per le nostre imprese, agricole e non e per gli investitori , opportunità irrinunciabili e bacini per il turismo ambientale senza il quale le aree protette rimarranno condannate alla morte demografica. All’indomani del 25 maggio non sarà pertanto una questione numerica ma di qualità e competenza degli eletti, della loro capacità di fare lobby al momento giusto, di condividere, oltre gli steccati politici di riferimento, obiettivi e battaglie per il nostro territorio. Se così non sarà la rabbia e la esasperazione di tante famiglie si trasformerà nel non voto o nel voto di protesta o alimenterà movimenti civici che si sostituiranno progressivamente all’incapacità dei partiti e degli eletti”.