Avezzano. Vendono i concimi, stabiliscono i prezzi e poi distribuiscono insalata, finocchi e patate in tutta Italia. Il mercato orticolo del Fucino è gestito dalle agromafie. A denunciarlo è stato Gianluca Costa, 38 anni, siciliano di Gela, pentito. Era lui che trasportava l’insalata da Avezzano fino in Sicilia e poi la riportava a Fondi da dove veniva distribuita. Un meccanismo perfetto che consentiva a Casalesi e Corleonesi di gestire tutto il mercato ortofrutticolo d’Italia e triplicare il costo degli ortaggi. Costa, ormai condannato in primo e secondo grado per associazione mafiosa, ha spiegato come funzionava la filiera in un’intervista fiume a La Repubblica. L’insalata veniva acquistata a 40 centesimi nella Marsica e poi rivenduta a 1,50 sulle tavole italiane. Così funzionava anche per gli altri prodotti: “un semplice pomodorino pachino, un melone o un’insalata, prodotto che viene pagato all’agricoltore dai 20 ai 40 centesimi al kg, arriva al banco del fruttivendolo o del supermercato dopo dei giri assurdi, e con un ricarico che va fino al 300 per cento. Io vedevo tutto, sapevo che c’erano accordi con i siciliani, vedevo anche che giravano le armi. Ma solo quando sono finito in carcere, ho capito che non volevo fare il mafioso. Io vengo da una famiglia di autotrasportatori”. La notizia non ha certo sorpreso i marsicani che conoscono bene questo sistema. “Sono trent’anni che lo schema è sempre lo stesso e i contadini lo sanno”, ha commentato sicuro delle sue parole, “a loro il sistema va bene così, si accontentano di vendere anche a prezzi più bassi. Questo lo si capisce già dall’assenza di una cooperativa che possa tentare di commercializzare i prodotti da sé. L’accordo è tra la mafia che pensa ai trasporti e la camorra che si occupa dell’agricoltura. Sono loro che gestiscono tutto dalla vendita dei concimi fino al prezzo d’acquisto dei prodotti. Qui nessuno ha mai provato ad alzare la testa e iniziare a vendere autonomamente il prodotto”.