Avezzano. Non c’erano maglie o calzerotti nelle borse del Pescina Valle del Giovenco ma i soldi che i fondi neri, ottenuti attraverso false fatturazioni o fatturazioni gonfiate. Lo hanno riferito alle autorità competenti gli imprenditori Maurizio e Sabatino Stornelli, già coinvolti in una prima fase dell’indagine che avrebbero sovvenzionato ex esponenti dei vertici di Finmeccanica. In particolare il denaro, depositato presso una banca svizzera, sarebbe poi tornato in Italia attraverso ”spalloni” e, dopo essere stato custodito in un doppio fondo della libreria di Maurizio Stornelli, sarebbe stato portato all’interno di borsoni della società calcistica Pescina Valle del Giovenco al settimo piano della sede di Finmeccanica, dove erano gli uffici di Borgogni e Guarguaglini. A consegnare le somme sarebbe stato Angeloni, ex deputato di Forza Italia e dentista di Guarguaglini, indicato dagli inquirenti come sua persona di fiducia. Anche nei confronti di Guarguaglini la procura di Napoli aveva chiesto una ordinanza di custodia ai domiciliari, ma tale istanza non è stata accolta dal gip Francesco De Falco Giannone. E spunta anche l’ipotesi che somme di denaro provenienti dagli appalti Finmeccanica siano servite per per il pagamento di tangenti a ”sponsor politici”. Ad avanzarla è stato l’imprenditore Maurizio Stornelli, già indagato lo scorso anno nella vicenda degli appalti Sistri. L’imprenditore riferisce notizie a suo dire apprese da Nicola Lobriglio, titolare della società Sedin, che avrebbe ottenuto subappalti dal gruppo industriale. La circostanza è riportata nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Francesco De Falco Giannone. Secondo Stornelli, Lobriglio ”gli aveva raccontato che, tramite Borgogni (ex addetto alle relazioni esterne di Finmeccanica – ndr) aveva provveduto a finanziare con i soldi delle commesse ricevute da Finmeccanica i suoi sponsor politici, e segnatamente l’on. Lorenzo Cesa”. Il segretario dell’Udc dichiara di non essere al corrente di nessuno degli episodi descritti e si dichiara totalmente estraneo a quanto gli verrebbe attribuito da terzi. A detta di Stornelli Angeloni quando riceveva il denaro (200 o 300 mila euro) tramite Maurizio Stornelli, suo fratello, diceva “i soldi servono al capo” che sarebbe stato Borgogni. Sempre secondo le dichiarazioni di Stornelli, Borgogni in passato ”chiedeva di mandare i soldi su un conto corrente in Inghilterra, anche se di massima il rapporto era mediato da Angeloni”. Lo stesso Angeloni – afferma Stornelli nelle dichiarazioni ai magistrati di Napoli – ”gli aveva chiesto di consegnare a Guarguaglini e a Borgogni due borse della squadra di calcio della Valle del Giovenco contenenti gli indumenti dei giocatori”. Dopo aver consegnato le borse, Angeloni avrebbe incontrato la sera stessa Sabatino Stornelli in un bar e gli avrebbe detto: ”Hai capito a che cosa sono servite quelle borse?”, intendendo – scrive il gip – ”che erano state usate per portare i soldi che lui stesso aveva consegnato la mattina in Finmeccanica”. In una intercettazione del maggio 2013 – pochi giorni dopo l’arresto dei fratelli Stornelli eseguiti nella prima tranche dell’inchiesta – Maurizio Stornelli parlando con i familiari in carcere dell’interrogatorio previsto per il giorno successivo, afferma: ”un po’ di paura ce l’ho, no perché mi dovrà chiedere delle cose che io non so se le devo spiegare, perché coinvolgono persone importanti di Finmeccanica, capisci…”.