Celano. Sindacati e lavoratori firmano l’accordo con la Pittini e riconsegnano le chiavi dell’azienda. Dopo la protesta durata 136 dei dipendenti del sito, i viaggi a Osoppo e le trattative industriali si è chiusa la partita della Trafileria Zincheria di Celano. Un altro pezzo del tessuto lavorativo della Marsica che si stacca e muore portandosi dietro 76 lavoratori. Ieri, nel municipio di Celano, hanno firmato l’accordo per la mobilità dicendo addio a qualsiasi tipo di prospettiva lavorativa futura. “Quando si parlava di modello di fabbrica, di relazioni sindacali e industriali nella Marsica, sul gradino più alto del podio saliva sempre lo stabilimento di Celano di proprietà della Famiglia Maccaferri”, si legge nella nota firmata da Fim-Cils, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, “le contrattazioni di secondo livello nacquero in quella fabbrica; le proteste e le proposte trasformate in fatti, grazie all’impegno di tutte le parti in gioco, portarono, tanti anni fa, ad esempio, alla collaudatissima turnazione 6+3, con orario medio settimanale inferiore alle 40 ore. Il premio feriale, l’aumento delle maggiorazioni notturne, il premio presenza, il premio di risultato, il ticket mensa ecc., furono figli della stessa volontà. In 40 anni di storia, li dentro, sono cresciute un paio di generazioni di gente marsicana; molti dipendenti sono anche andati in pensione ma, oggi, 7 marzo 2014, è calato definitivamente il sipario su quell’epica fabbrica. L’ultimo atto si è consumato fra le mura del Municipio di Celano dove, 76 lavoratori e Noi sindacalisti, dopo quasi sei mesi di vertenza, abbiamo “riconsegnato” le chiavi alla Pittini. La durezza dello scontro, fiero e sempre deciso dei lavoratori (136 giorni di presidio), non è bastato a far riaprire la fabbrica chiusa per le ferie di agosto e mai più riaperta. Con immane tristezza, si deve ammettere che non siamo riusciti ad andare oltre una trattativa economica che, come si può immaginare, non fa felice nessuno, né per quantità di soldi, né per il fatto che, una generazione di quarantenni si troverà in mobilità. Se però fosse servito un esempio di lotta operaia nel nuovo secolo, non si potrebbe scrivere una pagina migliore. E’ stata encomiabile la prova di forza dei lavoratori e delle organizzazioni che l’hanno guidata, l’unica vera assente, a parte qualche raro esempio di “vicinanza e fratellanza”, è stata consapevolmente la politica che, avrebbe potuto e dovuto almeno provare a fare la sua parte”.