Celano. Il problema della carenza o dell’inefficienza dei depuratori interessa tutta la Marsica. “Dalla riunione indetta dal Prefetto della Provincia dell’Aquila nell’autunno del 2013 ad oggi non è cambiato nulla e la depurazione era ed è rimasto un problema sul tappeto che offre un duplice aspetto negativo: le ripercussioni sulla salute dei cittadini, sull’ambiente con tutto ciò che ne comporta a danno dell’economia agricola della zona e il fatto che gli utenti marsicani continuano a pagare in bolletta il servizio depurativo che non viene fatto o fatto male”- a dirlo è Gianvincenzo Sforza portavoce del Comitato “Acqua nostra” che da Celano si sta battendo per trovare altre soluzioni gestionali delle reti idriche e depurative alternative al Cam. “Non si può certo permettere che oggi il Cam appaia una vittima per ciò che attiene alla gestione dei depuratori solo perché, come sostenuto da altra associazione, ha “Redatto i report”; il Cam ha preso dagli utenti milioni di euro attraverso le bollette e non ha mai migliorato la situazione”. “Il Camha delle precise responsabilità ed è stato sanzionato più volte dall’ARTA; per cui doveva intervenire come da convenzione sottoscritta con la Regione al momento dell’ottenimento della gestione in House del servizio idrico della Marsica”. “Nemmeno è pensabile- prosegue Sforza- che il Cam speri che sia destinatario di 17 milioni di euro che la Regione ha stanziato per la depurazione della Marsica in quanto, come ha sostenuto il Commissario Caputi proprio nella riunione in prefettura alla quale erano presenti tutte le componenti politiche, agricole e la stessa Regione, non ne ha i requisiti”. “ Se entro qualche settimana il Cam o la Regione non interverranno adeguatamente per risolvere il problema depurazione- Conclude il portavoce del Comitato- inoltreremo una specifica denuncia ai NOE dei Carabinieri e al Ministero dell’Ambiente affinché intervengano per costringere chi di dovere a risolvere il problema prima dell’avvio della campagna agricola nel Fucino”. “Non ci possiamo permettere che gli agricoltori, che hanno visto riconosciuti i loro sforzi ottenendo la certificazione di qualità per le loro produzioni, in piena stagione di raccolta siano costretti a fare i conti con una problematica negativa, come potrebbe essere proprio la cattiva depurazione, che ne pregiudicherebbe la commercializzazione degli stessi prodotti sui mercati nazionali ed internazionali”.