Avezzano. Tornerà ad Avezzano il processo r favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a carico di 18 persone tra imprenditori agricoli della Marsica e intermediari marocchini. Lo ha deciso la Corte di Cassazione secondo cui la competenza territoriale è del tribunale di Avezzano. Il giudice dell’Aquila, Romano Gargarella, aveva in un primo momento accolto tesi difensiva di spostare il processo dall’Aquila ad Avezzano. A giugno, però, il giudice per l’udienza preliminare di Avezzano, Maria Proia, aveva a sua volta accolto la tesi del pubblico ministero Guido Cocco, rimettendo gli atti davanti alla suprema corte per valutare di nuovo la competenza territoriale, anche su sollecito del pm David Mancini, titolare dell’originaria inchiesta. Alla fine la cassazione ha deciso che il processo dovrà tenersi ad Avezzano. Molte ordinanze sono state annullate parzialmente dal Tribunale del riesame dell’Aquila. Nella vicenda, sei persone sono accusate di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’ingresso illegale in Italia e della permanenza in condizioni di illegalità sul territorio nazionale; i rimanenti sono ritenuti responsabili, in concorso, di favoreggiamento alla permanenza in condizioni di illegalità sul territorio nazionale. Secondo l’accusa, gli indagati sfruttavano false attestazioni di assunzione per favorire l’ingresso di immigrati clandestini in Italia. La polizia aveva eseguito 18 istanze di custodia cautelare richieste dal sostituto procuratore David Mancini della procura della Repubblica dell’Aquila e disposte dal gip del tribunale Marco Billi. In base alle indagini il gruppo avrebbe consentito l’ingresso sul territorio nazionale di extracomunitari facendo risultare la sussistenza di rapporti lavorativi in realtà inesistenti. E questo al fine di ottenere visti d’ingresso. Molti extracomunitari nordafricani hanno scelto di pagare sino a 9.000 euro a imprenditori italiani disposti, dietro compenso, ad attestare la volontà di assumere: dopo l’ingresso in Italia il rapporto lavorativo non si perfezionava e gli extracomunitari proseguivano la loro permanenza in condizioni di illegalità. Il fenomeno ha interessato particolarmente imprenditori della Marsica. La sentenza condizionerà anche tutti gli altri processi dello stesso tipo e quindi è un precedente importante per quel settore giurisprudenziale. Il collegio difensivo era composto da Antonio Pascale, Roberto Verdecchia, Leonardo Casciere e Rita Barbara.