Avezzano. I tribunali abruzzesi sono salvi, almeno per altri tra anni, ma la sezione abruzzese dell’Associazione nazionale magistrati non ci sta. Ha infatti espresso “sgomento” e “preoccupazione” per la notizia dell’approvazione da parte del Senato, all’interno del decreto ‘mille proroghe’, dello spostamento, almeno fino al 2018, della data in vigore della riforma della geografia giudiziaria riguardante i tribunali dell’Aquila e Chieti, che avrebbero dovuto accorpare, entro il termine già prorogato del 2015, i tribunali di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto. Si auspica che il provvedimento venga “cancellato”. Una posizione consolidata già negli anni passati. “L’associazione nazionale magistrati e la giunta distrettuale abruzzese”, ha affermato il presidente, David Mancini, “confidavano nell’entrata in vigore della riforma, così come avviene nel resto d’Italia, al fine di adottare nuovi strumenti organizzativi di razionalizzazione delle risorse in termini di efficienza del servizio giustizia. La crescente domanda di giustizia che proviene dai territori abruzzesi, ancora di più dopo il sisma, impone di adottare soluzioni organizzative che non possono essere più offerte dai tribunali minori”. Questo discorso vale soprattutto per l’Aquila, sede della procura e del tribunale distrettuale. “Lascia sbigottiti”, continua Mancini, “la soluzione adottata ed il metodo seguito, caratterizzati dalla mancanza di una sia pur minima interlocuzione in ordine ad una possibile modificazione della situazione generale”. L’Associazione magistrati, in una nota, parla anche di “assenza di sensibilità istituzionale per una proroga che è l’ultimo tentativo di preservare interessi logistici ed individuali”. Secondo i magistrati, anche il pretesto dell’indisponibilità dei tribunali dell’Aquila e Chieti è un “dato fuorviante e strumentale poiché tale condizione certamente non sussisterà al settembre 2015, data di scadenza della prima proroga”.