Villavallelonga. Ha destato molta eccitazione e grande stupore la pubblicazione, da parte dell’autorevole quotidiano statunitense Washington Post, di un interessante articolo sulla Panarda, l’antichissimo banchetto devozionale che si tiene annualmente a Villavallelonga la notte del 16 gennaio. Il Washington Post, fondato nel lontano 1877, è il più diffuso e antico giornale di Washington. L’articolo, pubblicato lo scorso 31 dicembre e successivamente ripreso nelle sezioni “Food” e “Travel” di altre importanti testate americane, è stato scritto dalla giornalista di madre italiana Domenica Marchetti e prende spunto dalla curiosa iniziativa del ristorante “Le Virtù” di Philadelphia di proporre nel proprio menù i piatti tipici del tradizionale banchetto commemorativo abruzzese. La rivisitazione della Panarda da parte del rinomato ristorante specializzato nella cucina tipica abruzzese e dell’Italia Centrale, giunta quest’anno alla terza edizione, prevede un pasto di nove ore e 40 portate, al prezzo di 250 dollari e permette ai clienti di cimentarsi in una variegata e lunga maratona gastronomica accompagnata da una selezione di vini abruzzesi. Il tradizionale e antichissimo banchetto della Panarda di Villavallelonga, definito anche da alcuni antropologi “orgia alimentare” e in generale i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate, stanno riscuotendo, nel corso degli anni, notevole interesse a livello nazionale e internazionale da parte di studenti universitari, storici, antropologi, trasmissioni televisive nonché l’attenzione dell’Unesco che, da qualche anno, ha avviato il lungo e difficoltoso iter istruttorio per il riconoscimento, della Panarda, come Patrimonio Immateriale dell’Umanità. La festa di Sant’Antonio Abate, che si celebra annualmente a Villavallelonga il 16 e 17 gennaio, si articola, infatti, in un sistema rituale piuttosto complesso e ricco di simbolismi (maschere, Pupazze, cesti, Corone, fuochi, Cottore, carri allegorici) che può essere esaminato da molteplici prospettive e nel quale i vari aspetti si intersecano sia a livello funzionale che di valori ma che trova il suo momento principale nella Panarda, alla quale ognuno partecipa in un clima di eccezionale solennità, ritenendosi responsabile ed obbligato a mantenere viva una tradizione che appartiene al comune patrimonio culturale. Fa sorridere l’idea che, oltreoceano, si mantengano così vive certe tradizioni, magari trasformandole nel corso degli anni in veri e propri “prodotti commerciali di successo”. Come affermano i proprietari del ristorante “Le Virtù”, nonostante il prezzo pagato per partecipare alla maratona sia piuttosto alto, il guadagno non è l’obiettivo principale dell’iniziativa, quanto di offrire ai partecipanti la possibilità di sentirsi parte di una devozione e di un’italianità che tutti sentono l’obbligo morale di rievocare e di far conoscere alle giovani generazioni e ai figli degli emigranti l’autenticità delle proprie radici. La versione integrale dell’articolo in Inglese e la relativa traduzione Italiana è disponibile sul blog dell’Associazione – consultabile all’indirizzo http://associazionedfp.blogspot.it/p/la-festa-di-s-antonio-abate.html – dove si possono inoltre trovare tutte le informazioni relative ai festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate. Nicola Di Ponzio, Achille Ferrari – Associazione D.F.P.