Ecco la sintesi video della brutta avventura capitata a due giornalisti costretti a fare i conti con una situazione paradossale. Un responsabile del Consorzio acquedottistico marsicano ha loro impedito di uscire dalla sede del Cam di Poggetello, nel territorio comunale di Sante Marie, dove si erano recati per un servizio a causa di misteriosi furti avvenuti nella struttura. Per ora dal Consorzio, un ente pubblico di dipendenti pubblici pagati con le bollette dei cittadini marsicani, non sono ancora pervenute le scuse agli interessati.
Riportiamo per ora l’intervento pubblicato sul quotidiano il Centro del responsabile della redazione di Avezzano.
Che qualcuno da tempo voglia mettere il bavaglio ai giornalisti è risaputo e lo dimostrano proposte di provvedimenti restrittivi della libertà di stampa. Quel che è accaduto ieri mattina a Sante Marie, però, ha davvero dell’incredibile. Due collaboratori del Centro, Pietro Guida ed Eleonora Berardinetti, sono entrati in un deposito del Cam a due passi da Poggetello, frazione di Tagliacozzo, nel territorio comunale di Sante Marie, per verificare la notizia di un furto. Il cancello era aperto e all’interno due addetti del Cam si sono intrattenuti con i giornalisti. A un certo punto si è presentato un altro dipendente, che si è qualificato come responsabile del distretto di area, il quale – dopo aver invitato con veemenza i due collaboratori a non scattare fotografie – evidentemente insoddisfatto della risposta, ha bloccato l’uscita dei giornalisti parcheggiando il furgone davanti al cancello. Un sequestro di persona improvvisato, durato circa un’ora e mezza con i due collaboratori impossibilitati a uscire e costretti ad avvisare la redazione e a chiedere l’intervento dei carabinieri di Tagliacozzo. Un episodio increscioso. Ciò che stupisce è che un dipendente del Cam, ente che vive un momento non proprio esaltante dal punto di vista economico e giudiziario, spenda le sue energie per ostacolare i giornalisti. Ci aspettiamo scuse pubbliche da chi gestisce un ente che, è bene ricordarlo, è pubblico anch’esso, e quindi di tutti.
Domenico Ranieri