Avezzano. “E ora tutti si sono accorti che ciò che sosteneva il nostro Comitato anche attraverso circostanziate denunce alla Procura della Repubblica, sottoscritte da me un anno fa – sostiene Gianvincenzo Sforza portavoce del Comitato “Acqua nostra”, – corrisponde a precise e puntuali constatazioni di fatto espresse su un sistema illegale che imponesse agli utenti di Celano e della Marsica il pagamento di servizi che il Cam, furbescamente, includeva nella bolletta e non faceva”.
“Anche se alcune volte ho recriminato pubblicamente nelle assemblee contro una presunta inerzia della Procura nell’avviare i provvedimenti che potevano risultare a seguito della mia denuncia, oggi debbo dire grazie alla stessa Procura che si è mossa e si sta muovendo per accertare responsabilità in una vicenda che presenta molti aspetti negativi”. “I politici e le associazioni che oggi hanno “Scoperto l’acqua calda”- prosegue Sforza- non facciano finta di essere vissute “sulla luna” e oggi si vogliono riscoprire paladini in terra. Il Comitato, che mi onoro di presiedere, da un anno e mezzo sta cercando di far comprendere a tutte le istituzioni ciò che rappresenta il Cam, quale la sua situazione economica e i pericoli della sottovalutazione di una situazione che può esplodere da un momento all’altro in tutta la sua drammaticità; sia per la continuazione del servizio, sia per la gestione di importanti funzioni come quella della depurazione che, se fatta male, implica dei risvolti economici negativi per l’intera area fucense”. “Bene ha fatto il Prefetto della Provincia dell’Aquila, Alecci, rispondendo ad un esposto ben circostanziato del nostro Comitato, ad inviare il 19 dicembre scorso una pesante nota ai vertici regionali, ai ministeri dell’Ambiente e della Salute e alla Procura della Repubblica di Avezzano dove si chiedevano concreti atti che ponessero fine ad una situazione non più sostenibile”. “La politica, fatta da sindaci di ogni colore e vertici regionali di Destra e di Sinistra, che ha considerato il Cam come una area da colonizzare attraverso i vari trombati della politica o come un assumificio, oggi non può scaricare le sue responsabilità né sui dirigenti, né sulle maestranze del Cam che cercano di gestire una situazione gravissima– conclude Sforza- ma deve fare un esame di coscienza, riflettere sui suoi errori pagando e trovare soluzioni che non penalizzino gli utenti del servizio idrico o una intera economia vocata principalmente all’agricoltura”. Nei prossimi giorni il Comitato “Acqua nostra” indirà una pubblica assemblea a livello marsicano a cui saranno invitate tutte le istituzioni della Marsica e della Regione Abruzzo e in quella occasione chi vorrà continuare a nascondere la testa sotto la sabbia verrà pubblicamente denunciato…le elezioni regionali si avvicinano e il popolo sarà chiamato a giudicare.