Sante Marie. La notte di Natale il Signore è passato per Val de Varri: “nessuno è la periferia di Dio”. Il vescovo dei Marsi, Pietro Santoro, ha trascorso la veglia natalizia tra i fedeli della piccola località di montagna, una frazione di Sante Marie, e ha celebrato l’eucarestia nella cappella del paese. Ha scelto un posto lontano, quest’anno, monsignor Pietro Santoro, per vivere l’incarnazione del Cristo. Curve e tornanti d’asfalto gelato, a mille metri di altitudine, alle falde di Monte Sant’Angelo non ahnno fermato il vescovo, in questi giorni alle prese con qualche problema di salute. Val de Varri, infatti, non è propriamente un luogo a portata di mano. La comunità religiosa, guidata da padre Matteo, si incontra in una piccola e accogliente chiesetta con il tetto in legno, che non è nemmeno parrocchia. Ma questo non ha impedito di vivere la Notte Santa all’insegna dei valori veri e fondamentali del Natale. I bambini che hanno letto le loro preghiere, gli anziani orgogliosi e increduli di avere il pastore della diocesi tra loro, le autorità in prima fila, il cagnolino in fondo alla chiesa e, soprattutto, lo Spirito di un Natale del cuore.
“Nella notte Santa”, ha detto il vescovo, “ognuno di noi deve prendere il suo posto dinanzi alla grotta e alla mangiatoia. Non importa come siamo arrivati a questa grotta, forse stanchi per aver girato a vuoto, forse delusi dalle aspettative. Non importa se abbiamo gli occhi appannati, che nei giorni precedenti hanno guardato dovunque. Oggi, in questa notte, dobbiamo guardare solo gli occhi di un bambino. Dio diventato carne, volto, parola. Dio venuto a rivelarci lo stupore che l’uomo è amato da Dio. La nostra professione diventa dilatazione del cuore. Il Natale del Signore”, ha aggiunto monsignor Santoro, “è la novità più sbalorditiva della storia del mondo, da vivere e studiare. Non da decantare come una favola che si spegne con le ultime luminarie artificiali. Ho chiesto a me è a voi la professione della fede perché oggi è in gioco la professione della fede. C’è una fede che cresce, si sviluppa perché ogni persona possa fare del Vangelo di Dio la mappa del suo percorso. Non si rimane fermi, dobbiamo scegliere di parlare la lingua di Gesù Cristo. Questa lingua si impara davanti alla mangiatoia di Bethlemme che è una stalla, il luogo scelto da Dio. Quella povertà e quell’abbandono che ebbe sulla Croce l’esplosione. Povertà che ebbe sulla croce l’estrema rivelazione”.
Per il vescovo Santoro, si tratta di una scelta che indica come in Cristo dobbiamo scegliere un mondo capovolto, un Dio che ai abbassa. Tutto cio ci fa dire “agisci anche tu”. Un mondo dove “le madri possano far succhiare ai loro figli il latte della tenerezza, perché c’è un mondo che li accoglie. Quando l’uomo diventera umano per potersi finalmnte dire figlio di Dio e fratelo degli uomini? Quando il messia sarà veramente arrivao per chi dice di credere in lui? Solo allora”, ha aggiunto Santoro, “avrà lo stesso cuore di Cristo, la stessa passione, la stessa lingua”.
Un augurio, quello del vescovo dei Marsi, che si colloca nella vera luce del Natale che non si compra. “Che ciascuno di noi”, ha concluso il vescovo, “possa prendere in baccio Gesù e dire: “a te affido i sensi del mio vivere, ti porterò davanti in ogni mio percorso”.
Erano presenti il sindaco e consigliere provinciale Lorenzo Berardinetti, il comandante dei carabinieri della compagnia di Tagliacozzo, Lorenzo Pecorella e l’assessore Anatolia Morelli.
La notte di Natale il Signore è passato per Val de Varri. “Trateniamolo, perché nessuno è la periferia di Dio, né l’altro deve essere mai periferia del prossimo”.