Avezzano. E’ morto subito dopo il parto e alla base dell’accaduto ci sarebbe stato un errore umano dovuto all’assenza di un accertamento da fare al momento dell’entrata in sala parto. E’ quanto emerge dalla relazione tecnica consegnata alla Procura dal consulente di parte riguardo a n presunto caso di malasanità avvenuto nel giugno del 2011. A far scattare l’inchiesta erano stati i genitori marocchini del piccolo Zakariya, che è vissuto solo pochi minuti opo la nascita. Una morte inaspettata a cui i genitori non si sono voluti rassegnare. Durante la gravidanza, infatti, era andato tutto bene e gli esami eseguiti non avevano rilevato problemi. Anche all’arrivo in ospedale tutto sembrava nella normalità. Durante il parto, però, iniziano le problematicità. Infatti, secondo l’anatomopatologo Cristian D’Ovidio, viene riscontrata la presenza di quattro giri di cordone ombelicale intorno al collo del feto. Ciò avrebbe impedito la discesa del feto lungo il canale del parto. Il bambino viene alla luce con parto naturale, ma le conseguenze sembrerebbero drammatiche e il bambino non ce la fa. Il bambino muore subito dopo. A quel punto i genitori, difesi dagli avvocati Gianluca e Pasquale Motta, decidono di presentare una denuncia alla procura della Repubblica di Avezzano. Scattano le indagini e il procuratore Maurizio Maria Cerrato avvia l’inchiesta e richiede l’intervento di un consulente tecnico per accertare ci siano state delle colpe che hanno portato alla morte del bambino. Secondo il medico legale, sarebbe mancato il monitoraggio cardiotocografico (Ctg) fetale, cioè un accertamento che avrebbe evitato problemi al feto. Per il consulente della Procura, “il tracciato fetale poco rassicurante avrebbe dovuto portare i sanitari a una stretta sorveglianza Ctg e non interromperla al momento dell’ingresso della paziente in sala parto”. In sostanza, dalla relazione emerge che, se fossero stati eseguiti accertamenti cardiotocografici prima del parto, si sarebbe potuto optare per un taglio cesareo, salvando il bambino. Il tecnico parla nella relazione di “una condotta negligente ed imperita in capo al personale medico e ostetrico”. L’indagine contro ignoti a questo punto è nelle mani del procuratore e poi del giudice che dovrà decidersi il da farsi.