Avezzano. Proprio mentre a Roma si svolge in due giorni una conferenza nazionale su Biodiversità e aree protette, fortemente voluta dal Ministero dell’Ambiente, in Abruzzo, regione verde d’Europa, si torna a fare strada una vis. ione miope e antica, contraria agli interessi della Natura e dei cittadini, in base alla quale si cerca di “riperimetrare” il Parco regionale Sirente Velino, sottraendo alla tutela una parte fondamentale dell’area protetta. Una scelta sciagurata contro la quale questa mattina hanno tenuto una conferenza stampa, presso la sala del Comune di Avezzano (Aq), il Presidente del Parco Sirente Velino Dott. Simone Angelosante e il vice Presidente del WWF Abruzzo Avv. Herbert Simone.
Il WWF ha confermato e conferma la propria netta contrarietà alla proposta di Legge Regionale firmata dal consigliere PDL Ricciuti che, con oggetto Revisione dei confini e delimitazione zone, approderà in aula domani 12 dicembre 2013. L’auspicio è che tutti i consiglieri, di ogni parte politica, la respingano al mittente in nome dei superiori interessi del territorio e tenendo conto della volontà della stragrande maggioranza degli abruzzesi, che tra l’altro tra pochi mesi saranno chiamati alle urne per rinnovare proprio il consiglio regionale e che sapranno certamente ben scegliere tra chi tutela gli interessi della collettività e chi sposa invece miopi interessi di parte.
Dichiara Dante Caserta, Presidente del WWF Italia: «L’Abruzzo si dichiara Regione verde d’Europa, ma questa affermazione di principio rischia di restare un’etichetta vuota. Il Parco Regionale Sirente-Velino è un’area protetta importantissima perché in essa sono racchiusi e fusi ambienti naturali e paesaggistici molto vari che formano un’unità ecologica fondamentale. La Proposta di Legge Regionale mira assurdamente a strappare all’ambiente zone importantissime per la tutela della biodiversità appenninica, oggetto peraltro della Rete Natura 2000, del Piano di Tutela dell’Orso Marsicano, del Life Cornata. È veramente paradossale che ciò avvenga proprio mentre si svolge a Roma la Conferenza nazionale “La Natura dell’Italia. Biodiversità e Aree protette: la green economy per il rilancio del Paese” che ha lo scopo di rilanciare il ruolo delle aree protette ».
Dichiara Luciano Di Tizio, Presidente del WWF Abruzzo: «Si tratta dell’ennesimo segnale di un cambio di rotta in senso negativo nella politica di conservazione del territorio. L’ennesimo taglio viene proposto proprio quando emerge invece in modo evidente la necessità di estendere la protezione della Natura allargando i confini del Parco e attraverso la creazione delle cosiddette fasce contigue. Ricordiamo che il recente episodio di uccisione di un Orso sull’autostrada A24 è avvenuto nel Comune di Tornimparte, poco distante dalla zona che oggi qualcuno vorrebbe definitivamente “rubare” al Parco. L’aspetto più assurdo della proposta Ricciuti è che essa vorrebbe escludere dall’area protetta proprio alcune tra le zone più note a livello nazionale e internazionale come gran parte dei Piani di Pezza, della Piana di Campo Felice e anche parte della Piana di Terranera che è parte integrante dell’Altipiano delle Rocche, cuore del parco, ponendo a rischio spazi di continuità che sono fondamentali per la mobilità e la sopravvivenza delle specie presenti nel Parco, a partire dai grandi carnivori, e su tutti l’Orso marsicano. Ci auguriamo che anche il Ministero dell’Ambiente faccia sentire la sua voce. La Regione, se davvero accetterà questa proposta, ma auspichiamo che il consiglio tutto la respinga al mittente, rischia di creare un danno enorme a livello comunitario e nazionale del quale potrà essere chiamata a rispondere, anche sul piano economico. E le responsabilità potrebbero essere personali». L’eventuale nuova perimetrazione del Parco potrebbe assurdamente escludere dall’area protetta zone di importante valore ambientale, inserite in diverse azioni europee di tutela della biodiversità come il protocollo Piano d’azione per la tutela dell’orso marsicano (PATOM).
Il WWF chiede ai Consiglieri regionali e al Governatore Chiodi di opporsi in tutti i modi a una proposta che, se accolta, soddisferebbe soltanto appetiti speculativi, in questa zona fortissimi, con ulteriore cementificazione e lottizzazione del territorio, costruzione di inutili infrastrutture scioviarie e riapertura della caccia in zone nelle quali i fucili vanno invece assolutamente banditi. Le associazioni hanno interessato della questione anche il Ministero e la Commissione europea.