Tagliacozzo. Ancora una giornata da incubo per i pendolari marsicani, ancora una dopo settimane di ritardi, nuovi orari, ennesime soppressioni, foglie sui binari, motrici rotte, carrozze vecchie, incontri istituzionali saltati, comitati esasperati, politici che se ne fregano e assessori che non se ne fregano ma non vengono ascoltati dai vertici provinciali, regionali, nazionali, da Trenitalia, da Rfi e dai santi protettori. Ogni giorno la stessa scena, ogni giorno sempre peggio, ogni giorno che dura un’eternità. Partire presto, prestissimo la mattina, attendere tanto, tantissimo il treno che ti porta a Roma per raggiungere il posto di lavoro. Lavorare tutto il giorno e sperare di tornare a casa in tempo per andare a dormire senza cena perché lo stress ti ha chiuso lo stomaco e un mal di testa ti martella senza pietà; pronti per risalire, freschi come un fiore, il giorno dopo, sulla stessa giostra sfasciata. Una situazione che il comitato pendolari ha denunciato a gran voce da anni, ma purtroppo è l’urlo di uno che grida nel deserto. Un giorno 20, l’altro 40, quello dopo 60 i minuti di ritardo che i treni ormai con cadenza quotidiana accumulano anche grazie a inutili coincidenze programmate senza criterio, senza rispetto per le esigenze di chi ogni giorno paga – e non poco – per un servizio che vale meno di zero. Oggi l’ennesima odissea. “La gestione della situazione venutasi a creare, a causa di un guasto ad un treno in transito, e’ stata a dir poco farsesca”, ha raccontato Daniele Luciani, “il treno partito alle 17.33 è stato prima tenuto fermo circa un’ora prima della stazione di Roma Prenestina e poi fatto ritornare indietro, causa impossibilità nel proseguire. E’ chiaro che i passeggeri inferociti ritornati nella stazione di partenza volevano che il loro viaggio venisse garantito, anche perchè mentre loro stavano fermi nel tratto guasto, altri treni utilizzando il secondo binario, funzionante, lo sorpassavano, mentre loro erano impossibilitati a scendere. Tutto questo fa si che questi passeggeri, pretendessero giustamente che il treno per Pescara, 3248, in partenza, facesse tutte le fermate come il loro locale soppresso. Questa situazione si è sbloccata solo grazie all’intervento di un cospicuo gruppo di forze dell’ordine. Perchè questo? Perchè Trenitalia non aveva previsto nessun piano alternativo, alla situazione creatasi?”. “Ai responsabili di tutto questo”, hanno spiegato i pendolari infuriati, “possiamo rivolgere solo una domanda: ma non vi vergognate?” Gianluca Rubeo