Avezzano. Il movimento 5 stelle interviene nuovamente sulla mancata approvazione del bilancio del consorzio acquedottistico marsicano. “L’ultima assemblea del CAM si è tenuta il giorno 26 novembre e ha visto la partecipazione della maggioranza dei sindaci. Tuttavia, anche questa volta, l’incontro si è concluso con un nulla di fatto”, hanno spiegato i responsabili dei gruppi di Avezzano, Pescina e Celano, “chi sperava in una decisione, specialmente riguardo al bilancio 2012, resterà deluso nel sapere che l’assemblea è terminata senza che venisse deliberato alcunché, ed è stata riconvocata per il 2 Dicembre alle ore 17:00. Il motivo che ha impedito all’assemblea dei Sindaci di assumere una decisione, ancora una volta, è l’assenza di un “accordo politico”, come ammesso dai Sindaci presenti. A questo punto, dobbiamo sperare che la prossima volta, la “terza”, sia quella buona. Essendo ormai giunti alle soglie del 2014, bisogna sottolineare come la società CAM operi sulla base del bilancio 2011, ultimo bilancio approvato. Questo, oltre a determinare il venir meno della necessaria trasparenza nella gestione del bene comune, potrebbe comportare il definitivo arresto del servizio idrico. Tutto ciò ad esclusivo danno dei Cittadini, ancora una volta, tenuti fuori e all’oscuro delle vicende che li riguardano direttamente. Inoltre, è necessario evidenziare che dalla discussione in assemblea sono emerse due posizioni. Si tratta di esternazioni che non ci saremmo mai aspettati di sentire da rappresentanti istituzionali ed, in quanto tali, “dipendenti” dei Cittadini. In primo luogo, a fronte della situazione di dissesto economico-finanziario in cui versa il CAM, si deve rilevare come alcuni Sindaci abbiano mostrato un totale disinteresse nel voler accertare la sussistenza di responsabilità in capo ai precedenti amministratori. Secondo i Sindaci, infatti, tali indagini rappresenterebbero un ostacolo alla soluzione della crisi, mettendo, inoltre, a rischio il regolare svolgimento del servizio idrico. Ci chiediamo che tipo di ostacolo, se non “politico”, tali accertamenti potrebbero causare. Ancora una volta, si deve rilevare come l’interesse “politico” degli amministratori, o almeno di alcuni di essi, prevalga sull’interesse dei Cittadini. Come già riportato in altra occasione, riteniamo essenziale l’individuazione delle scelte che hanno determinato l’enorme buco finanziario, di oltre 60 milioni di euro, e dei soggetti che le hanno assunte. E’ difficile poter sostenere, a priori, che nella situazione del CAM non siano rinvenibili responsabilità politiche e/o giuridiche, sempre che non si voglia barattare il necessario “rispetto delle regole” con un presunto “accordo politico”. In secondo luogo, va sottolineato come alcuni Sindaci abbiano accennato al possibile intervento di società private, come soluzione “innovativa” agli attuali disagi economici. Ricordiamo ai nostri amministratori come un referendum popolare, nemmeno troppo tempo fa, ha stabilito che la proprietà dell’acqua è pubblica e che su di essa non è possibile fare profitti, cosa che dovrebbe automaticamente escludere qualsiasi interesse privato. Fin da subito, è necessario ribadire che la strada della privatizzazione del servizio idrico, alla luce soprattutto dell’esito referendario, non può costituire una valida soluzione ai problemi attuali causati, nel tempo, da una gestione sicuramente poco efficiente.