Avezzano. Gestivano un traffico di immigrati facendosi pagare dagli stranieri in camvbio di un posto di lavoro che poi non veniva mai dato. Dalle prime ore dell’alba oltre 50 agenti della polizia di Stato, stanno eseguendo arresti e perquisizioni nella provincia aquilana. L’operazione e’ stata denominata “Fake job” per sottolineare come gli indagati promettessero falsamente un lavoro agli stranieri, attraverso l’ottenimento di un regolare visto di ingresso, ma una volta giunti in Italia gli extracomunitari non venivano assunti, nonostante avessero sborsato diverso denaro. In particolare gli agenti della squadra anticrimine del commissariato di Avezzano, con l’aiuto della squadra mobile della questura dell’Aquila, stanno eseguendo undici misure cautelari in carcere disposte dal gip Marco Billi, su richiesta del pm della Dda del capoluogo, David Mancini, nei confronti di altrettanti indagati, 5 italiani datori di lavoro e titolari di aziende agricole, e 6 stranieri che facevano da intermediari con i loro connazionali. Secondo quanto emerso dalle indagini, dal 2009 ad oggi era stato messo a punto un meccanismo ben collaudato che consentiva, dietro il pagamento di settemila euro a persona, di ottenere un falso posto di lavoro utile all’ottenimento del permesso di soggiorno. Si trattava di bengalesi, pakistani e marocchini, fatti arrivare in Italia, in particolare ad Avezzano e nei Comuni della Marsica, attraverso i flussi migratori disponibili nel corso dell’anno, per l’assunzione di lavoratori stranieri presso locali aziende agricole. Ma una volta giunti in Italia i cittadini stranieri dovevano pagare 7000 euro ai fittizi datori di lavoro o ai loro intermediari, senza ovviamente ottenere alcuna occupazione ma solo la possibilità di permanere nel territorio dello Stato.
Le indagini, partite da una denuncia sporta nel 2010 da una donna presso l’Ambasciata di Islamabad in Pakistan, hanno evidenziato ben 259 richieste di visti d’ingresso, tutte finalizzate a delle false assunzioni. L’inchiesta è stata svolta con l’ausilio di attività tecniche, e tramite diversi servizi di pedinamento ed appostamento, hanno consentito di fermare un gruppo ben organizzato, formato da 15 persone, cittadini italiani, tutti originari della Marsica ed effettivamente proprietari di aziende agricole, aiutati da stranieri, bengalesi, marocchini e pakistani, attivi nel ruolo di procacciatori di migranti. Si stima un giro di affari di oltre 175mila euro mentre sarebbero circa 250 gli extracomunitari vittime dello smuggling.