Carsoli. Era stato avvistato un mese fa a un funerale di un parente, poi più nessuna traccia. Giovanni Lonardo, 78 anni, residente a Marino, in Provincia di Roma, proprietario della 306 incendiata con un cadavere all’interno era sparito due anni fa, quando aveva deciso di andare via di casa. Giovannino come veniva chiamato, viene descritto come un uomo misterioso, solitario. Potrebbe essere suo il corpo carbonizzato trovato nell’auto. Dalla dentatura, apparterrebbe a un uomo, ma non ci sono certezze che possa essere proprio Giovannino Lonardo. Il procuratore Maurizio Maria Cerrato, che ieri ha eseguito un sopralluogo insieme al medico legale Paolo Agnifili, non tralascia alcuna possibilità.
Il riconoscimento. L’autopsia, che sarà eseguita oggi all’obitorio di Avezzano su disposizione della Procura, potrebbe fornire altri indizi utili per risalire all’indentità della vittima. La certezza arriverà dal Dna ma alcuni particolari potrebbero permettere di avanzare ipotesi più attendibili. Il fatto che Lonardo sia un tipo che spesso fa perdere le sue tracce e il fatto che nessuno ne abbia denunciato la scomparsa rende la vicenda più intrigata e il caso più difficile.
Omicidio? Sarà necessario poi stabilire, una volta dato un nome e un volto al cadavere, se si tratti di un suicidio, come sembrerebbe dalla chiusura delle portiere avvenuta dall’interno, oppure se qualcuno abbia tentato di simulare una morte volontaria. L’auto, al momento del ritrovamento, era prima di finestrini. Dei detriti sono stati ritrovati a qualche metro dall’auto. Potrebbero essere stati infranti dall’esplosione dell’auto in fiamme, ma non è possibile escludere che siano stati danneggiati precedentemente. Quindi se qualcuno voleva simulare un suicidio avrebbe potuto comodamente chiudere l’auto bloccando le maniglie interne anche dall’esterno. Il corpo carbonizzato era sul lato passeggero al momento dell’incendio. La vittima potrebbe essersi spostata prima di iniziare a incendiare la macchina, oppure qualcun’altro era alla guida?
Il movente. Se anche fosse accertato che si tratta di un delitto, bisognerà far luce sul movente che avrebbe spinto a uccidere. Se il corpo dovesse appartenere a Lonardo, chi mai avrebbe avuto l’interesse a farlo fuori. Dove è stato negli ultimi tempi Lonardo e chi ha frequentato? Sembra che avesse avuto avuto, come la moglie, dei problemi di salute. Ma questo basta per spingere a un suicidio?
Le indagini. I carabinieri della stazione di Carsoli e della compagnia di Tagliacozzo, che indagano sul caso, sembrano orientati sull’ipotesi di suicidio. La Procura di Avezzano, però, cerca dati certi e gli inquirenti non danno affatto per scontata tale possibilità. Si sta scavando infatti sulla vita di Lonardo e cercando di ricostruire i suoi ultimi spostamenti. Importante sarà l’esito dell’autopsia e, infine, il test del Dna. I rilievi sono stati eseguiti dal nucleo scientifico dei carabinieri.
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era scomparso però da due anni