Capistrello. Il congresso provinciale del Pd ha avuto ieri una svolta con le rinunce alla candidatura di Stefano Albano, segretario cittadino dell’Aquila, e Francesco Piacente vicesegretario provinciale uscente, che hanno riconfermato Mario Mazzetti alla guida del partito. Per giorni si sono rincorse notizie tra numerose le riunioni e le immancabili polemiche. Così risponde alle nostre domande l’ex candidato Francesco Piacente che ricopre anche il ruolo di Assessore al Bilancio del Comune di Capistrello.
Perché dopo aver proposto la candidatura avete deciso di ritirarvi?
Da parte mia non c’è stato alcun dietrofront. La mediazione proposta dai nostri rappresentanti istituzionali e parlamentari ha visto il partito stringersi intorno alla riconferma di Mazzetti con il ritiro di Albano. Io sin dall’inizio di questa vicenda ho auspicato una soluzione unitaria e, come mi capita spesso, non scambio la coerenza con le ambizioni personali.
Si è detto che il vostro ritiro è stato frutto di ingerenze e pressioni, che ci può dire in merito?
Non credo sia utile rispondere alle polemiche. Voglio però dire con chiarezza che la mia scelta di ritirare la candidatura è frutto di un preciso quadro politico e che personalmente non ho dato seguito ad alcuna imposizione. Dico di più: non solo non c’è stata assolutamente alcuna pressione da parte di nessuno ma posso assicurare che se si fosse verificata una situazione del genere non avrei avuto dubbi nel proseguire con la mia candidatura.
Dunque questa soluzione unitaria è frutto di una valutazione politica condivisa?
Penso che si sarebbe potuta raggiungere l’unità anche con assetti diversi, magari investendo di più sul rinnovamento: la mia candidatura voleva rappresentare per il partito un’ alternativa di innovazione nel solco di un percorso politico maturato in questi anni. Ma se tutto ciò non è avvenuto la responsabilità è di tutti anche di coloro che solo oggi promuovono polemiche fuori tempo massimo: a loro ricordo che le scelte di ieri generano le conseguenze di domani.
Continuerà a lavorare, dunque, per il partito provinciale?
Certamente e, nel quadro delle condizioni che si sono create, credo in modo convinto nella soluzione unitaria. Sarò ovviamente a disposizione del partito per continuare a dare il mio contributo portando avanti tutte le ragioni della mia candidatura: esse, anche di fronte al ritiro, restano tutte in campo e lavorerò con convinzione per portarle avanti. Per la crescita del Partito provinciale sento il dovere di contribuire con idee chiare e una linea politica precisa al nuovo corso del PD.
Su quale mozione si impegnerà per il congresso nazionale? Ha già scelto?
Se dovessi rispondere con una battuta mi definirei “diversamente cuperliano”. Provengo da una formazione culturale e da una collocazione politica moderata e proprio per questo credo di poter rappresentare un valore aggiunto nell’ambito della mozione Cuperlo. Della sua mozione mi convince l’idea di voler superare il leaderismo, vero problema dell’attuale fase politica anche a livello locale, l’impostazione di un partito-comunità moderno contro l’idea di un partito-comitato elettorale, l’attenzione prioritaria ai temi del lavoro, della solidarietà e la scelta di un impegno a tempo pieno per il partito svincolato da ruoli di governo. Infine, devo ammettere che mi ha conquistato il richiamo che Cuperlo fa al Cardinale Martini: in questo vedo l’idea di un dialogo fecondo e radicato tra le tradizioni che hanno dato vita al PD, in particolare quella cattolica democratica, per cui credo valga la pena spendersi.