Tagliacozzo. A seguito di un decennio di appassionati studi e ricerche Geologiche e Carsiche effettuate sui Monti Carseolani da Christian Cannese, Geologo di Tagliacozzo, con il solo finanziamento privato ricevuto dal Laboratorio Geotecnico autorizzato dal Ministero delle Infrastrutture “Geologia e Perforazioni snc” di Avezzano, nonché con la recente collaborazione di Andrea Degli Esposti Presidente delle Guide Speleologiche Abruzzesi e di Gabriele Venturini Assessore al Turismo e alla Cultura del Comune di Tagliacozzo, è stata scoperta una nuova Grotta Carsica sui Monti Carseolani, in località “Prati o Pantano” di Tagliacozzo. Il sistema di grotte individuato negli studi geologi del dott. Cannese, donati gratuitamente al Comune di Tagliacozzo in data 01/06/2013 (Prot. n. 6487), è stato esplorato e rilevato dal Collegio Regionale Guide Speleo Abruzzo e dal Gruppo Grotte e Forre – CAI Teramo”. Il gruppo di lavoro attenderà ora l’arrivo della prossima estate per continuare l’esplorazione del sistema di grotte individuato, attualmente in allagamento, auspicando anche di intercettare fondi per ottimizzare e sostenere il lavoro di ricerca ed esplorazione avviato. La scoperta è particolarmente interessante perché è avvenuta nell’area carsica dei Monti Carseolani, dove pochi immaginavano potesse essere ancora oggi possibile individuare grotte inesplorate, dopo oltre un secolo di ricerche ed esplorazioni. Secondo il Geologo Cannese: “Il sistema di grotte individuato è ubicato, in un paesaggio di particolare bellezza naturalistica, nel margine orientale della affascinante conca endoreica (valle cieca) del Pantano, alle pendici sud-occidentali del Monte La Difesa; qui un interessate complesso sistema di faglie con prevalente andamento appenninico ed antiappenninico ha creato le condizioni ideali per lo sviluppo di caratteristiche forme carsiche superficiali e sotterranee; tra le forme superficiali si possono osservare dei particolari tipi di doline “le doline alluvionali”, a forma di imbuto o a ciotola sviluppate sui sedimenti alluvionali della piana, immediatamente sovrapposti alle sottostanti formazioni rocciose; alcuni inghiottitoi attivi o parzialmente attivi ed alcune doline, consentono ai soli speleologi esperti e con le dovute misure di sicurezza, di accedere ad un interessante reticolo carsico sotterraneo, che segue l’andamento delle faglie principali dell’area; tra le forme sotterranee sono state osservate: condotte, gallerie, pozzi cascata; sifoni, camini; sul fondo del reticolo ipogeo, sono presenti depositi alloctoni (sabbie, detriti) e depositi autoctoni (concrezioni, depositi di crollo); all’interno delle grotte, non molto lontano dall’entrata, sono presenti particolari concrezioni rivestite da depositi sabbiosi probabilmente legati ad infiltrazioni di sabbie provenienti dalle alterazioni delle sovrastanti formazioni marnoso arenacee; alcuni indizi preliminari ci informano che la grotta, nell’arco dell’anno,o a seguito di piogge eccezionali, può essere completamente riempita dalle acque; il rinvenimento di piccoli rettili (geotritoni?) fa ben sperare, evidenziando che da qualche parte del reticolo sotterraneo deve esistere una zona vadosa, ossia una zona mai completamente allagata. Le mie ricerche verranno ora focalizzate sui versanti del Monte La Difesa, attraverso l’utilizzo di un nuovo metodo di ricerca in via di sperimentazione”. “Colgo l’occasione per ricordare che il carsismo è una risorsa fondamentale per la nostra comunità e dovrebbe diventare una delle attrazioni turistiche principali del nostro territorio”. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la ricerca e l’esplorazione Carsica, non sono finalizzati soltanto alla valorizzare, in chiave Turistico/Ricreativa, delle manifestazioni carsiche del territorio Marsicano, ma soprattutto ad ampliare la conoscenza scientifica sul tema del carsismo e a divulgare l’importanza culturale e socio-economica correlata a tale fenomeno; infatti, nonostante viviamo nel cuore di un paesaggio carsico, caratterizzato dalla presenza di pochissimi corsi d’acqua superficiali, e da un moltitudine di doline, pozzi carsici, inghiottitoi, fiumi sotterranei inesplorati, risorgenze, la nostra comunità ha poca consapevolezza e conoscenza dell’importanza del processo carsico; questa voragine culturale va colmata, il carsismo deve entrare a far parte del nostro patrimonio intellettuale, perché ad esempio, tutti devono essere consapevoli che proprio dagli acquiferi carsici derivano la maggior parte delle acque che utilizziamo ai fini agricoli, industriali idropotabili; l’acqua è una risorsa fondamentale per lo sviluppo socio-economico del nostro territorio ed è al tempo stesso estremamente vulnerabile all’inquinamento antropico e pertanto bisognosa di tutela; purtroppo ancora nel 2013, ci ricordiamo dell’importanza dell’acqua e della sua estrema vulnerabilità all’inquinamento in ambiente carsico, solo quando ne viene vietato l’uso per rischi igienico-sanitari” .