L’Aquila. Si sono ritrovati ieri pomeriggio nell’auditorium di palazzo Silone i rappresentanti più importanti della ricerca e delle biotecnologie d’Abruzzo e non solo. Moderatore del tavolo Emidio Tenaglia, presidente del Crab di Avezzano, e padrone di casa un Gianni Chiodi galvanizzato dall’incontro e dal pranzo con Marchionne. Estremamente franco il presidente della regione Abruzzo ha dato nuova speranza alla ricerca Abruzzese oggi, allo stesso modo in cui l’aveva negata un paio di anni fa. “I tagli ed il risanamento del bilancio regionale sono terminati e finalmente le risorse torneranno disponibili. Potremo nuovamente investire sulla ricerca a due condizioni: che ci sia il valore della ricerca e che la struttura del personale sia flessibile e non includa sprechi”. È categorico il presidente Chiodi in termini di tagli, ma è solare quando comunica formalmente che “nel 2015 saranno disponibili 60 milioni di euro che potranno essere investiti nella ricerca e nelle università. Fra due anni scadrà la prima cartolarizzazione (sottoscritta nel 2005 dal presidente Pace, ndr) e 60 milioni di euro torneranno nel bilancio regionale. La Bioeconomia è strategica per il passaggio ad un nuovo modello economico in cui l’Europa crede ed investe, con il nuovo programma Horizon 2020, infatti, ha previsto 5,8 miliardi di €.”Il 20% dei farmaci venduti è biotecnologico ed il trend è in netta ascesa – ha aggiunto il presidente -. In Abruzzo vantiamo una delle più grandi aziende biotecnologiche d’Italia, la Dompè che investe ogni anno 35 milioni di euro nella ricerca biotecnologica.”La regione Abruzzo crede nella ricerca e ha sviluppato un progetto di centro di ricerca regionale unico, che accorpi senza sprechi il meglio della ricerca. Non basta chiamarsi centro di ricerca per esserlo, nè è sufficiente l’etichetta di Università per essere una vera università”. Il riferimento alla polemica con l’università di Bari è palese, “trovarsi agli ultimi posti della classifica nazionale delle università ha un senso ed un valore, per cui è necessario essere consequenziali”. ANBI Abruzzo ha ribadito l’importanza delle Sezioni Regionali per il perseguimento degli obiettivi associativi, ponendo l’accento sulla volontà del Direttivo di mettere a disposizione degli attori locali del settore biotech la esperienza maturata in questi anni creando un network scientifico volto a favorire l’incontro tra professionisti del settore, aziende e istituzioni. Il CRAB ha focalizzato l’attenzione sull’importanza delle biotecnologie in ambito agroalimentare ed ambientale mettendo in risalto le attività di ricerca e sviluppo in essere a livello regionale, nazionale ed europeo. Risulta rilevante la rete di rapporti strutturati con enti e strutture di ricerca che vantano competenze di rilevanza internazionale. Le biotecnologie sono un potenziale per la bioeconomia abruzzese. Hanno partecipato all’evento L’assessore regionale Mauro Febbo, cui sono state affidate le conclusioni della tavola rotonda, Rita Di Censo – presidente regionale ANBI, Luigi Bignardi, amministratore delegato dell’IT.QSA, Patrizia Brigidi – direttore dell’ISA – UniBo, Daniela M. Spera – direttore CRAB, Enrico Giaquinto – site manager Dompè, i delegati dei Rettori delle Università di L’Aquila e Teramo, Andrea Moretti – public affairs manager di Assobiotec e Leonardo Santi, comitato nazionale per la biosicurezza e le biotecnologie della presidenza del consiglio dei ministri, un organismo preposto ad assistere il governo italiano nelle scelte sulla sicurezza delle applicazioni biotecnologiche.