Avezzano. Cosa hanno in comune l’estrema regione del Carso e l’Abruzzo? Il vino, il pesce e il tartufo. Questi elementi, uniti al vento che soffia intorno a Trieste e agli odori delle erbe aromatiche che nascono tra le rocce ad un passo dalla Slovenia, sono stati protagonisti del quinto appunamento dei Territori a confronto.
La cena, che si è tenuta nello spazio gourmet della Conca d’oro, è stato un viaggio immaginario tra gli odori e i sapori di una terra tanto lontana quanto vicina all’Abruzzo. Gli organizzatori, Franco Franciosi e Franco Santini, hanno curato i minimi dettagli per far si che gli ospiti potessero visitare il Carso pur rimanendo a pochi metri da casa. Le bollicine del prosecco e la genuinità del San Daniele hanno aperto il banchetto che più volte è stato intervallato da racconti storico-geografici ed eno-grastronomici sul Carso. Un tris di primi, capitanati dal risottino e lo scampo fujito, e dei vini carsici bianchi e rossi hanno cullato accompagnato i presenti nel viaggio alla scoperta di questa terra lontana. Una rivisitazione in chiave ironica dello sgoulasch ha lasciato poi il posto al dolce al caffè, presentato il tre letture diverse. A chiudere la cena è stato il sangue Morlacco di Luxardo, liquore tipico del Carso e il vento del Carso.
Avezzano. Cosa hanno in comune l’estrema regione del Carso e l’Abruzzo? Il vino, il pesce e il tartufo. Questi elementi, uniti al vento che soffia intorno a Trieste e agli odori delle erbe aromatiche che nascono tra le rocce ad un passo dalla Slovenia, sono stati protagonisti del quinto appunamento dei Territori a confronto.
La cena, che si è tenuta nello spazio gourmet della Conca d’oro, è stato un viaggio immaginario tra gli odori e i sapori di una terra tanto lontana quanto vicina all’Abruzzo. Gli organizzatori, Franco Franciosi e Franco Santini, hanno curato i minimi dettagli per far si che gli ospiti potessero visitare il Carso pur rimanendo a pochi metri da casa. Le bollicine del prosecco e la genuinità del San Daniele hanno aperto il banchetto che più volte è stato intervallato da racconti storico-geografici ed eno-grastronomici sul Carso. Un tris di primi, capitanati dal risottino e lo scampo fujito, e dei vini carsici bianchi e rossi hanno cullato accompagnato i presenti nel viaggio alla scoperta di questa terra lontana. Una rivisitazione in chiave ironica dello sgoulasch ha lasciato poi il posto al dolce al caffè, presentato il tre letture diverse. A chiudere la cena è stato il sangue Morlacco di Luxardo, liquore tipico del Carso e il vento del Carso.