Avezzano. Il sindaco Gianni Di Pangrazio, indagato insieme a tre autisti e a un altro dirigente per peculato dalla procura dell’Aquila relativamente all’utilizzo illecito delle auto di servizio, scrive una lettera aperta ai cittadini per chiarire la sua posizione. Secondo le accuse del pubblico ministero Stefano Gallo, titolare dell’inchiesta, le auto (due Alfa Romeo e una Fiat Panda) venivano utilizzate per fini personali, per dei viaggi a Napoli come per il caso del sindaco, oppure a Rimini e Riccione per il caso di Bianchini, autista di Di Pangrazio, o ancora per semplici commissioni tipo andare a fare la spesa o addirittura andare al ristorante per altri indagati.
Nella lettera il primo cittadino del capoluogo marsicano, si rivolge ai cittadini:
“Cari Concittadini,
in qualità di Sindaco della nostra amata Città, Avezzano, sento il dovere di informarvi su ciò che sta accadendo rispetto a una verifica degli organi preposti sull’utilizzo dell’auto istituzionale per un viaggio a Napoli con soggiorno a totale carico del sottoscritto. Prima di entrare nel merito della questione, però, voglio mettervi al corrente sul contenuto dell’informazione di garanzia.
Poi cita uno stralcio del fascicolo dell’inchiesta che lo riguarda:
“la mattina del sabato 10 agosto 2013 si faceva venire a prendere a casa in Avezzano dall’autista Bianchini che si muoveva appositamente dall’Aquila tramite autostrada per accompagnarlo, unitamente ad un suo amico, (quella persona è un collaboratore dipendente del Comune) nella città di Napoli, consentendo che poi il Bianchini tornasse a casa propria in L’Aquila; il 13 agosto 2013 si faceva venire a prendere a Napoli dall’autista Bianchini facendosi riaccompagnare a casa”.
Infine esprime la sua posizione sulla vicenda:
Cari Concittadini, ho utilizzato l’auto, concessa in comodato d’uso gratuito al Comune di Avezzano dalla Provincia di L’Aquila, nel rispetto delle regole, in qualità di Sindaco, mentre ero in aspettativa non retribuita da dirigente dell’Amministrazione provinciale. Questa vicenda sarà presto chiarita lasciando venire alla luce la correttezza del mio operato rispetto a una contestazione che ipotizza un uso improprio dell’autovettura per una spesa quantificabile in 150/200 euro: ritengo che un Primo cittadino possa svolgere il proprio compito in piena autonomia, anche di movimento, l’importante è che lo faccia, come il sottoscritto, nel rispetto delle leggi e nel supremo interesse della Comunità che gli ha concesso il grande onore di rappresentarla. A questa nostra amata città, che amministro senza aver percepito alcuna indennità, né rimborsi spese, (in sedici mesi ho lasciato nelle casse pubbliche quasi 50mila euro destinati al Microcredito e al settore sociale) sto dedicando tutte le mie energie per ridare alla comunità, giovani in testa, una prospettiva e un futuro”.
Oltre al sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, e ai tre autisti, Patrizia Zazzara (46) di Pescina, ed Ercole Bianchini (58) di Avezzano, e Mario Scimia (61) dell’Aquila, è stata iscritta nel registro degli indagati anche la dirigente Paola Contestabile (41), di Celano.