Pescasseroli. “Le aree protette e la sfida della biodiversità” è stato il titolo di un importante convegno svoltosi sabato scorso a Pescasseroli presso la sede del Parco su iniziativa del Club Giuristi dell’Ambiente con la partecipazione di alcuni tra i più importanti studiosi italiani di aree protette: da Giovanni Cordini dell’Università di Pavia e Presidente del Club a Carlo Alberto Graziani dell’Università di Siena, da Fabrizio Politi (Università de L’Aquila) a Giampiero Di Plinio (Università Chieti-Pescara), da Carlo Desideri del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Daniela Addis e a Paolo Fois (Sassari), da Roberto Gambino (Politecnico di Torino) a Massimo Sargolini (Camerino), a Luca De Lucia (Università di Salerno) e a molti altri.
Imprevedibilmente il convegno si è rivelato di grandissima attualità perché appena tre giorni prima il Senato aveva votato l’urgenza, e di conseguenza la procedura abbreviata, per il disegno di legge contenente profonde e assai discusse modifiche alla legge quadro sulle aree protette. Era dunque inevitabile che il dibattito non si soffermasse solo sulle questioni generali – il quadro internazionale in cui oggi si colloca il tema della biodiversità, la classificazione delle aree protette, il rapporto tra territorio protetto e territorio “non protetto”, il rapporto tra pianificazione paesaggistica e pianificazione dei parchi, il rapporto tra Stato e Regioni – ma si soffermasse anche sull’opportunità di modificare la legge quadro sulla quale sono intervenuti tra gli altri Roberta Emili, Vicepresidente dell’Associazione 394, e Franco Ferroni, responsabile nazionale aree protette del WWF.
Sono emerse a questo proposito, da un lato, l’opportunità di una riflessione da condurre anche in sede scientifica sugli aspetti positivi e sui limiti della legge quadro e, dall’altro, la preoccupazione per un affrettato esito parlamentare in considerazione tra l’altro della opinabilità di alcune modifiche prospettate e in particolare di quelle relative alla composizione del Consiglio direttivo dell’ente gestore e all’introduzione del sistema delle royalties.
Alla base di tutto – si è sottolineato – vi è la necessità di riflettere sul ruolo dei parchi e delle altre aree naturali protette che sono e devono essere sempre di più modelli di una gestione territoriale in armonia con la natura. E’ proprio in ragione di questo loro ruolo che dalle aree protette – di fronte alla crisi globale che è sì crisi economica, ma è soprattutto crisi di valori con conseguenze disastrose per la natura – può sortire un messaggio di speranza.
E’ significativo in proposito che il Club Giuristi dell’Ambiente abbia scelto di svolgere il suo XV convegno annuale nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, e cioè proprio nel Parco che, come hanno sottolineato sia il Commissario straordinario Giuseppe Rossi sia il Presidente della Comunità del Parco Alberto D’Orazio, grazie alla sua storia ha offerto un contributo fondamentale alla elaborazione della legge quadro che è stata ed è una grande legge. Infatti, come è stato ribadito nel corso del dibattito, l’obiettivo del convegno era quello di fare emergere ancora una volta dal territorio del Parco alcune indicazioni importanti e così di rafforzare anche quella speranza.
A conclusione del convegno si può ritenere che l’obiettivo sia stato raggiunto.