L’Aquila. La rimodulazione delle circoscrizioni di guardia medica è stata determinata con decreto 61 del 27 agosto scorso dalla struttura commissariale che ha recepito le delibere delle Asl regionali per adeguarsi al rapporto ottimale medico/cittadini residenti (1 su 5000 con una variabilità che non può superare il 30 per cento) così come stabilito, a livello nazionale, dall’Accordo collettivo dei medici di medicina generale. Questo per dare progettualità al potenziamento della continuità assistenziale nelle aree distrettuali. Invece, l’accordo integrativo abruzzese (AIR) ha stabilito un rapporto ottimale di 1 medico ogni 3500 abitanti anche in considerazione delle particolari caratteristiche orografiche del territorio abruzzese. Riguardo alla specifica situazione dell’Alto vastese che ha destato l’allarme del territorio, proprio questa mattina, a Pescara, si è tenuta una riunione alla quale hanno partecipato il presidente della Regione e Commissario ad acta per Sanità, Gianni Chiodi, gli assessori Mauro Febbo e Luigi De Fanis, i consiglieri regionali Emilio Nasuti e Antonio Prospero nonché i vertici della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, Francesco Zavattaro e Pasquale Flacco. “E’ il caso di ricordare e sottolineare – ha spiegato Chiodi – che il decreto 61 ha approvato l’articolazione territoriale delle sedi di guardia medica proposte dal direttore generale della Asl con il parere favorevole del Comitato ristretto dei sindaci (presidente il sindaco Luciano Lapenna e membri i sindaci di Casoli, Fossacesia) e dei responsabili delle aree distrettuali”. La delibera in questione ha previsto una diversa organizzazione dei presidi di guardia medica in base alla indicazioni del rapporto ottimale medico/residenti. Infatti, precedentemente, nell’Alto vastese il rapporto era di un medico per 883 residenti mentre l’attuale rideterminazione è nettamente al di sotto dello standard ottimale regionale (1/3500) e ancor più di quello nazionale (1/5000). “Inoltre, – ha ripreso Chiodi – il responsabile del distretto sanitario dell’Alto vastese ha evidenziato che la media delle prestazioni quotidiane erogate dalle sedi di guardia medica esistenti in quell’area è addirittura pari a solo 3.6 prestazioni giornaliere”. Da qui la necessità di riorganizzare i servizi e le prestazioni offerte puntando a rafforzare tutte le attività esistenti nelle aree distrettuali a garanzia proprio della continuità assistenziale con prestazioni che potranno essere erogate non solo nelle ore notturne e nei festivi ma anche nelle ore diurne (h12/24). Con questo nuovo progetto si andrà, pertanto, ad integrare parzialmente il decreto 61 e quindi a completare la risposta al bisogno di salute dei cittadini dell’Alto vastese e dell’intero territorio interno regionale. “La continuità assistenziale – ha proseguito il Commissario ad acta – è tenuta nel debito conto dalla struttura commissariale in quanto rappresenta la vera sentinella dello stato di salute dei cittadini soprattutto nelle aree interne e avrà comunque il pieno supporto logistico-organizzativo della rete emergenza-urgenza per fare sistema e tutelare al meglio il fabbisogno assistenziale soprattutto nelle arre interne e svantaggiate”. Il Commissario si è, pertanto, impegnato a sollecitare i direttori generali delle Asl a fare in modo che questa nuova organizzazione divenga al più presto operativa nella aree distrettuali.