San Benedetto. “Sono ferito ma salvo per miracolo, sono riuscito a evitare che l’auto mi passasse sopra grazie a un palo della luce. Ma ho riconosciuto l’auto e preso il numero di targa mentre ero a terra”. E’ questo il drammatico racconto di Bouhachim Ahmed, il marocchino di 36 anni investito da un’auto davanti casa e poi picchiato mentre usciva a buttare l’immondizia. Ora si trova ricoverato all’ospedale di Avezzano con fratture multiple alla gamba ed escoriazioni in più parti del corpo. “Dopo avermi investito”, aggiunge, “sono usciti dalla macchina e mi hanno picchiato e preso a calci”. Erano circa le 23 quando il giovane è stato ferito dalla macchina. “Sono uscito per buttare l’immondizia”, ha raccontato al Centro il giovane straniero, difeso dall’avvocato Pasquale Motta, “quando ho sentito dietro di me un’auto arrivare a tutta velocità. Sono riuscito a evitare il peggio ma sono stato scaraventato a terra. Poi ho raggiunto la porta di casa e mi sono difeso dietro a un palo che mi ha salvato la vita”. In paese la tensione è molto alta e i carabinieri indagano sull’episodio scatenante di tutta la vicenda. L’investimento sarebbe la conseguenza di un clima di tensione che si è creato negli ultimi tempi tra comunità di immigrati e dei giovani e giovanissimi del posto. Non sono stati individuati, infatti, i sette giovani che avrebbero picchiato e aggredito il giorno prima un papà marocchino che, insieme alla moglie, aveva avuto una discussione con alcuni giovani del posto a causa degli schiamazzi notturni che svegliavano il figlio. Nella lite, secondo il racconto del marocchino, sarebbe coinvolto anche un carabiniere. Lo straniero avrebbe riconosciuti cinque giovani su sette e sarebbe già stato interrogato dai carabinieri. Sul caso, la magistratura avezzanese e il procuratore Maurizio Maria Cerrato hanno aperto un fascicolo e nelle prossime ore potrebbero esserci dei colpi di scena sulla vicenda.