Luco dei Marsi. Maniche di camicia e spirito da militante. E’ arrivato così alla festa dell’Unità di Luco il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, guest star della giornata. Se non fosse stato per l’auto blu a seguito in pochi lo avrebbero riconosciuto. Invece di usare toni “governativi” e look da etichetta il ministro è sceso in piazza con tranquillità, ha stretto mano, posato per foto ricordo e poi è ripartito per la sua terra, la Liguria. Quando però ha preso il microfono in mano e ha parlato ai tanti presenti non ha potuto fare a meno di dare delle frecciate al suo partito e all’Italia che dovrebbe avere più voglia di ripartire. “C’è molto sapere nelle nostre università, ma perché deve essere regalato?”, ha commentato rivolgendosi ai presenti tra i quali c’erano il primo cittadino di Luco, Domenico Palma, di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, oltre a tanti sindaci e amministratori regionali e provinciali, “Renzi ha detto qualche giorno fa che il costo dell’energia in Italia è più alto degli altri paesi e va abbassato. Ha ragione, ma come si fa? Altri paesi hanno deciso di puntare sul nucleare, sulle rinnovabili. Noi dobbiamo far capire che ci sono delle alternative, le dobbiamo spiegare. Per questo serve un grande partito che spieghi queste cose”. Il riferimento alla continua lotta interna nel Partito democratico non poteva mancare. “Non mi appassiona la lotta politica, ma il futuro”, ha continuato Orlando, “i problemi non si risolvono alzando i toni. Questa sfida si può vincere con una nuova classe politica. Sul New york times dicevano che il problema dell’Italia é che la classe dirigente di sinistra deve superare il senso di colpa di essere stata un partito comunista. Per questo bisogna costruire una classe dirigente che non sia subalterna a delle idiologie. Il Pd non è ancora questo perchè ha pensato di risolvere i problemi lottando con leader e avversari”. Il ministro dell’Ambiente, che in questo periodo sta visitando cantieri e siti in tutta Italia, ha anche lanciato un monito sulla crisi e sul modo di affrontarla. “Si discute molto di come la politica non ha saputo cogliere i cambiamenti, ma nessuno dice che i manager e il mondo dell’industria anche non l’hanno saputo fare”, ha precisato, “la sfida che abbiamo è quella di costruire una campagna di discussione nel nostro partito. Abbiamo perso la capacità di discutere. Nella storia del nostro paese Pietro Nenni, cresciuto in un orfanotrofio, divenne presidente. Oggi è impossibile e in questo modo si crea un grande spreco. È passato un messaggio sbagliato secondo il quale la modernizzazione del Pd significa eliminazione della storia del partito comunista. La novità oggi sono le parole del papa Francesco, che poi sono cariche di storia e tradizione. Se noi non sapremo prendere coscienza di questo non potremo avanti”. Il ministro dell’Ambiente ha poi parlato della riconversione dell’ex zuccherificio di Celano protagonista, insieme a tutte le strutture ex Sadam, di due commi che hanno abrogato la norma del decreto del fare in cui si parlava di commissariamento e di carattere strategico. “Bisogna trovare una soluzione condivisa sul territorio per capire come poter procedere con la riconversione”, ha concluso Orlando, “non si può passare sopra al volere di un territorio con decisioni dall’alto. Serve un progetto condiviso”.