Avezzano. Scatta la difesa del presidente della Provincia Antonio Del Corvo finito nell’inchiesta riguardante le presunte irregolarità negli appalti per la ristrutturazione degli istituti scolastici marsicani dopo il terremoto del 2009. L’arrivo dell’avviso di garanzia fa annunciare a Del Corvo, nel corso di una conferenza stampa insieme al suo legale e ai consiglieri provinciali, che tornerà di nuovo dai magistrati per essere ascoltato. “Ora che abbiamo i documenti”, spiega del Corvo, “possiamo affermare che non c’è neanche l’ombra di mazzette e che non sono mai stati intaccati da nessuno i fondi per le scuole”. Poi attacca la stampa: “ci sono invece teoremi giornalistici spalleggiati da un certo ambiente politico aquilano”. Del Corvo è indagato per abuso d’ufficio e falso in relazione alla redazione di due verbali di “somma urgenza”, sui lavori e le opere edili per la sistemazione degli istituti di Avezzano (Liceo Classico Torlonia, Istituto professionale per l’agricoltura e l’ambiente Serpieri, Liceo Pedagogico Bendetto Croce e Itc Galileo Galilei) per una somma superiore ai 4 milioni di euro.
Nella sede della Provincia in via XX settembre ad Avezzano il suo avvocato, Antonio Milo, vicino a Del Corvo attorniato dal vicepresidente Antonella Di Nino, e dai consiglieri Felicia Mazzocchi e Pasqualino Di Cristofano ha annunciato che sarà il presidente si presenterà dai tre Pm David Mancini, Roberta D’Avolio e Stefano Gallo che la prima volta probabilmente non si erano convinti della sua estraneità ai fatti.
“Ora abbiamo la possibilità di conoscere gli atti e di chiedere di essere interrogati”, spiega Milo, “e siamo molto fiduciosi in una conclusione positiva. Questi famosi verbali non sono stati fatti né sono attribuibili sotto il profilo formale e sotto quello sostanziale a Del Corvo. Questo tipo di verbale può essere fatto solo dai dirigenti nei confronti dei quali il presidente non poteva insinuare comportamenti illeciti. Non compete all’organo politico questa verifica, che va fatta invece dal segretario generale. Inoltre le delibere”, continua Milo, “sono atti collegiali ma in questo caso diventa stranamente un atto monocratico che vede indagato solo Del Corvo”.
“Un reato si sarebbe consumato se avessimo fatto il contrario”, ha spiegato del Corvo, “non c’era la possibilità di tenere all’interno di quegli edifici i ragazzi. Se fossero rientrati negli stessi edifici avremmo commesso un illecito perché avevamo la relazione tecnica di inagibilità. E chi se la prendeva la responsabilità?”.
“Nell’inchiesta”, spiega Del Corvo, “si parla delle spese per l’ospitalità degli studenti. È come dire, tu puoi fare i lavori negli edifici senza però poter risolvere il problema di dove mandare gli studenti a fare lezione”.
Si parla solo di questo nell’inchiesta. I verbali di somma urgenza si fanno tutti i giorni e devono essere ratificati dalla giunta per legge entro un certo tempo. Non potevamo sottrarci senza pareri negativi. Abbiamo accelerato nella fase della spesa: questa è la mia colpa”. Sulla questione del presunto acquisto illecito di spazzaneve intervengono anche i consiglieri presenti alla conferenza. “Le vicende narrate”, affermano, “attorno alle quali si stanno edificando teoremi fantasiosi, sono addirittura confuse con l’operato della passata amministrazione. All’inaugurazione degli spazzaneve non c’era di certo il nostro presidente, ma la signora Pezzopane. I “delinquenti””, continuano i consiglieri, “li vadano a trovare da un’altra parte, non certamente in chi, utilizzando i soldi a ciò destinati dallo Stato, ha pensato che fosse urgente, doveroso, improrogabile e degno di uno stato civile, operare la messa in sicurezza delle scuole del territorio a vantaggio dei figli del territorio, settemila figli che hanno bisogno di strutture scolastiche adeguate alle norme e che non possiamo mettere a rischio per non fare”.