Carsoli. Dopo la riconsacrazione avvenuta nella solenne festività della Pentecoste lo scorso Maggio, la splendida chiesa cimiteriale di S. Maria in Cellis di Carsoli, è tornata ieri, ad essere al centro di riti religiosi come voluto dal Vescovo dei Marsi Pietro Santoro. Infatti, alle 18 è stata celebrata una Santa Messa dal parroco di Carsoli don Enzo Massotti alla presenza di moltissimi fedeli e degli altri sacerdoti della forania di Carsoli. Lo scopo è quello di ridare lustro a questo magnifico monumento storico- artistico dopo che, per tanti anni, era rimasto inutilizzato e che, finalmente, dopo consistenti lavori di ristrutturazione, è tornato al suo antico splendore pronto ad essere nuovamente visitato dai turisti e utilizzato per necessità liturgiche. Alle 21, all’interno della stessa Chiesa ,si è tenuta una conferenza sulle sue origini storico artistiche con tanto di intrattenimento musicale da parte del coro di Carsoli. La costruzione della Chiesa è del decimo secolo per opera dei Camaldolesi di San Romualdo che l’hanno chiamata così come devozione alla Madonna. Venne più volte riedificata, quando nell’anno mille circa, Rainaldo dei Marsi, oltre al restauro, provvide all’aggiunta di un monastero.Delle forme primitive si può mirare poco, tra cui qualche brandello sulla facciata e il campanile in stile romanico con trifore, bifore e monofore, in cui, sulla base sono stati posti dei ruderi dell’antica Carseoli. La forma attuale della facciata invece è quella dovuta ai restauri ed è in stile tardo rinascimentale con tanto di coronamento orizzontale e cornice marcapiano che suddivide la facciata in due sezioni, l’inferiore consta di un porticato, portale e due monofore con strombatura. Quattro pilastri, invece, la suddividono verticalmente in altre due parti, pilastri collegati tra loro con tre archi a tutto sesto. La parte superiore della facciata comprende una finestra rettangolare murata. Il campanile include una nicchia in cui è raffigurato un re che la tradizione locale vuole identificato con Carlo primo d’Angiò. L’interno della chiesa è a navata unica ma divisa tramite un arco in due campate. Le porte lignee raffiguranti scene del nuovo testamento sono del 1132 ed ora sono conservate nel museo d’arte sacra della Marsica a Celano. Massimo Mazzetti