Avezzano. Il no del tribunale al concordato preventivo ha subito scatenato una serie di reazioni nel mondo politico e associativo. Maurizio Bianchini, Coordinatore di ADCA per Avezzano candidato a Sindaco Lorenzo De Cesare, dopo aver preso le distanze dal Sindaco “politico” e non tecnico Gianni Di Pangrazio, torna sul disastro CAM. Infatti, c’è da chiedersi perché il Sindaco di Avezzano ha avallato la richiesta di Concordato? Maurizio Bianchini ricorda che l’ADCA per Avezzano nel corso del relativo Consiglio Comunale è stata l’unica forza politica a presentare un emendamento contrario che prevedeva tra l’altro anche la proposizione di un’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori della società CAM per verificare se avevano delle colpe per la sua pesantissima posizione debitoria, così come per altro aveva fatto l’amministrazione Floris con specifica delibera dell’allora Assessore al Bilancio Lorenzo De Cesare. Forse il Sindaco “Politico” aveva, in vista delle elezioni Regionali, la necessità di salvaguardare qualche amministratore scelto dalla politica che ha preso parte ad un sistema in grado di generare un mucchio di debiti senza fare di contro sostanziali opere? Ora c’è da spiegare perché non è mai stata discussa dall’Assemblea CAM la relazione elaborata dall’ex Presidente Lorenzo De Cesare che prospettava soluzioni ben diverse. Detta relazione è stata sempre rinviata con l’avallo del Sindaco di Avezzano, precipitandosi ad eleggere nella posizione di amministratore delegato l’Ing. Ciarlini che per dignità professionale dovrebbe, visto il fallimento delle soluzioni da lui prospettate, dimettersi. Ma sicuramente così non sarà visto che con l’avallo del Sindaco di Avezzano, il sindaco Lusi e company hanno garantito a Ciarlini, macchina, rimborso benzina e 130.000 Euro di compenso annuo e per far cosa? In gergo, portare i libri in Tribunale e falcidiare i crediti di tante aziende che per anni hanno fornito il CAM senza essere pagate. Sicuramente De Cesare era una persona scomoda perché ha sempre messo i Sindaci di fronte al disastro commesso nella gestione CAM, sempre che non si voglia ammettere che oltre 60.000.000 di Euro di debiti tale non sia. E si perché nella famosa relazione, si badi bene del 04/2/2013, mai discussa su proposta dell’allora Sindaco di Carsoli e Segretario PD Mazzetti, De Cesare, dopo aver messo in luce in modo dettagliato la situazione debitoria ed i primi provvedimenti apportati che avevano consentito un risparmio medio giornaliero per il CAM di ben 21.000,00 Euro, proponeva ai Comuni Soci di congelare i loro crediti per il rimborso delle rate di mutuo afferenti alle opere del servizio idrico integrato e nel contempo far versare ai Comuni Soci almeno il 30% dei loro debiti nei confronti del CAM per le utenze pubbliche. E proponeva questo individuando gli strumenti giuridici per cui i Comuni Soci sono responsabili dei debiti contratti dal CAM. Ma era più comodo scaricare sui fornitori il disastro e non prendersi la responsabilità politica dello stesso. Non solo, visto che c’era una strategia ben precisa nel voler presentare la domanda di concordato, che è costato ai cittadini circa € 10.000, 00 d’incarico professionale, non è un segreto che l’ex Presidente De Cesare evidenziava ancora altre soluzioni operative come il Commissariamento, parlando dei relativi aspetti tecnici nella famosa assemblea nella quale fu chiesta da parte del sindaco di Collarmele ed altri la sua revoca, respinta in assemblea ed approvata in una tormentata riunione notturna dal Consiglio di Sorveglianza, dove occorre ricordare siedono, tra gli altri, gli ex amministratori della società CAM. Che ingenuo De Cesare si poteva accettare la sua proposta alternativa di Commissariamento che avrebbe azzerato gli organi, facendo saltare le comode poltrone dove siedono Lusi, Ciarlini & C. in accordo con il Sindaco di Avezzano? Per fortuna il Tribunale di Avezzano non ha avallato la domanda di concordato e tutti i fornitori a sostegno dei quali l’ADCA per Avezzano si schiera, possono tirare un sospiro di sollievo. Ora i Comuni si facciano carico dei debiti del CAM anche alla luce di quando previsto dalla delibera numero 3/2012 sezione controllo Corte dei Conti Piemonte, nella quale si stabilisce chiaramente la responsabilità dei Comuni Soci per i debiti contratti dalle proprie società che gestiscono in house i servizi per conto dei Comuni”.
“Qualche minuto fa, intorno alle 13,30, il Presidente del Tribunale Politi ha depositato la decisione che rigetta la richiesta di Concordato Preventivo in Continuità presentato dal Cam qualche giorno fa”: afferma Gianvincenzo Sforza portavoce del Comitato “A tutela di Celano-Acqua nostra” che da diversi mesi si batte per spingere le istituzioni a cercare forme gestionali alternative al Cam. “Il Presidente Politi mi ha concesso qualche minuto di dialogo dopo il deposito della decisione in cancelleria ed è stato squisitamente chiaro: “Mancava il presupposto principale in quanto il Cam non è una società commerciale semplice, ma è un Ente che eroga servizi quindi non ammesso all’ordinamento del fallimento ordinario” . “Come da noi preannunciato- ha asserito Sforza- il concordato chiesto dal Cam non poteva essere ammesso e solo l’Amministratore Ciarlini si è ostinato ad andare avanti producendo in questi mesi altri milioni di debito che ora si dovrà vedere chi li dovrà pagare”. “Ora l’unica strada, peraltro da noi caldeggiata in questi mesi, è quella di trovare soluzioni alternative al Cam che nel suo futuro ha il fallimento certo”. “Come comitato avevamo detto alla Regione che il Cam poteva collassare da un momento all’altro e l’Ato doveva prepararsi ad ogni evenienza”. “Ora non vediamo come il Cam possa proseguire nella gestione delle reti idriche di tutti i paesi della Marsica visto che non può fare più fronte ai lavori per l’accumulo dei debiti e i fornitori non saranno più disposti a fornire l’Ente”. “Ora i Comuni soci del Cam rischiano di rispondere- conclude Sforza- in proprio della massa debitoria secondo le quote possedute nella Cam S.p.A. e ciò andrà a gravare sui cittadini”. Il Comitato nelle prossime ore si farà promotore di iniziative di diffida agli Enti sovraccomunali, alla Regione e al Prefetto affinchè si evitino disagi nella popolazione causati da inadempienze del Cam. Il Comune di Celano, pur rimanendo all’interno del Ciclo Integrato delel Acque, ha pronto un proprio piano di gestione che potrebbe essere attuato per evitare che Celano rimanga senz’acqua”.