Avezzano. Più di due milioni di euro di fatture non pagate. A tanto ammonta il debito che il Consorzio acquedottistico marsicano ha accumulato nei confronti di 80 piccole e medie imprese del territorio. Un credito che si fa sentire e che pesa sulle casse delle aziende. Per questo gli imprenditori marsicani questa mattina si sono dati appuntamento a Caruscino nel piazzale antistante il Cam per sollecitare l’ente a pagargli le fatture arretrate. Con striscioni e mezzi utilizzati per molti interventi sulle tubature e sulla rete idrica si sono sistemati davanti al Consorzio per protestare. La paura è che con l’approvazione del concordato preventivo gli imprenditori avranno solo il 30per cento dei compensi dovuti. I delegati delle aziende, Codiber srl, Elettrotermoidraulica, Edilizia artigiana, Mastrocesare srl e Stella srl, sono poi entrati nel Cam per chiedere spiegazioni ai dirigenti. A rispondergli sono stati Giuseppe Venturini, membro del consiglio, e Luca Ciarlini, amministratore delegato del consorzio. “Il problema non è che i debiti sono alti, ma piuttosto che i crediti sono bassi”, ha precisato Ciarlini, “la società ha accumulato debiti fino ad arrivare a un collasso finanziario. La richiesta per trovare una soluzione prevede due passaggi: rivedere il debito pregresso e dimostrare che l’azienda è in grado di stare in piedi da sola, cioè deve produrre utili. Se i giudici non dovessero ritenere che la società non è in grado di andare avanti l’unica soluzione sarebbe il fallimento. Saremmo tutti felici se i soci potessero rifinanziare il debito. Il concordato è la soluzione migliore perchè la società può anche essere messa in liquidazione ma i soldi in quel caso per i fornitori sono pochi e arrivano nel giro di 3 4 anni. Il concordato invece può essere migliore perchè non necessariamente tutti i fornitori devono avere la stessa procedura ma possono esserci anche delle differenziazioni in base a delle classi. Il nostro auspicio è quello di trovare una soluzione equilibrata per tutti. Dire che verrete pagati il 20 o il 30 per cento è prematuro. Si può lavorare e cercare di trovare una soluzione perchè siete una classe debitoria non molto grande”. La protesta degli imprenditori si è poi spostata davanti al tribunale nella speranza di sensibilizzare i giudici che domani dovranno pronunciarsi sul concordato preventivo.