Avezzano. E’ polemica per la decisione di Lorenzo De Cesare e di Maurizio Bianchini, rispettivamente ex consigliere candidato capolista alle comunali, e coordinatore di Alleanza di centro per Avezzano di abbandonare la maggioranza ritirando il loro sostegno al sindaco Gianni Di Pangrazio. I vertici di Alleanza di Centro hanno sconfessato i due esponenti locali, ma De Cesare spiega che quello è un altro partito e che il primo cittadino sta giocando in modo scorretto sulla somiglianza degli acronimi Adc e Adca. Intanto De Cesare e Banchini, accusati di aver manovrato tutto per ottenere il posto in giunta del secondo, si difendono e accusano a sua volta il primo cittadino delle stesse manovre per “sostenere il fratello del Pd, Peppe Di Pangrazio, alle imminenti elezioni Regionali”.Insomma, accuse contro accuse che per ora sembrano non portare a nulla. Alessandro Barbonetti, unico rappresentate dell’Adc in consiglio comunale, e Sandro Stirpe, segretario regionale, sconfessano l’ex candidato sindaco De Cesare e Bianchini confermando “il pieno sostegno e la piena condivisione” dell’azione amministrativa. Al sindaco che ha riaperto le porte del Comune alla città e ridato incisività all’azione amministrativa”, afferma Barbonetti, “va il nostro più completo appoggio per proseguire l’ottimo lavoro di squadra che sta dando risposte concrete alla comunità avezzanese”.
De Cesare, minacciando querele se si faranno ancora collegamenti impropri tra Adc e Adca, chiarisce che il suo movimento “è nato in occasione delle elezioni amministrative del 2012 nel comune di Avezzano come lista civica e non è collegata in alcun modo all’Adc. Il consigliere Barbonetti e il segretario regionale di Adc Sandro Stirpe”, continua De Cesare, “possono liberamente decidere di appoggiare il sindaco Di Pangrazio, ma non devono far intendere che i sottoscritti Lorenzo De Cesare e Maurizio Bianchini siano legati all’Adc giocando sull’acronimo Adc e Adca probabilmente “in vista delle prossime regionali”, o di rendite di posizione. Le loro affermazioni di parte non possono pertanto sconfessare in alcun modo le posizioni assunte da Lorenzo De Cesare e da Maurizio Bianchini, che erano e rimangono le stesse. Le dichiarazioni fatte sugli accordi di programma da parte dei predetti, poi, ci lasciano senza parole! “Per me”, afferma De Cesare che li aveva chiariti pubblicamente durante la fase del ballottaggio, detti accordi “non sono stati rispettati”.
Sull’altro fronte, i due dissidenti replicano a Di Pangrazio affermando che “De Cesare non è stato sbattuto fuori dal Cam e da tutti i sindaci della Marsica come afferma il sindaco, ma è stato escluso con un atto di dubbia legittimità dal consiglio di sorveglianza”. Sulla vicenda elettorale, De Cesare e Bianchini si sentono offesi e sostengono in una nota ufficiale di non aver “mai fatto richieste di sostituzione dell’Assessore De Angelis con Bianchini. Il sindaco”, continuano nel documento, “aveva concordato con l’assessore da noi espresso l’uscita dalla giunta per indicarlo come presidente del Cam in sostituzione di De Cesare, trattativa fallita, nonostante ufficialmente chiedesse le dimissioni di tutto l’organo di sorveglianza. De Angelis ha sostenuto invece che il sindaco esigeva un appoggio incondizionato per sostenere il fratello del Pd alle Regionali. Con il sindaco”, concludono, “non abbiamo mai chiesto la testa di nessuno”. La vicenda potrebbe anche essere chiusa qua, se non fosse per il ricorso di De Cesare contro l’esclusione dal Cam. La sentenza, prevista nelle prossime ore, potrebbe cambiare tutte le carte in tavola. (m.a.)