Avezzano.“E’ strano quello che succede al Comune di Avezzano, dalla data di insediamento ad oggi: fatti zero, commissioni di inchieste: se ne è perso il conto. L’ultima ha del ridicolo”, tuona in una nota il presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo, “andiamo con ordine, correva l’anno domini 1852 quando il principe Torlonia riuscì ad ottenere – con Regio Decreto Borbonico – la concessione per il restauro del canale claudiano al fine di prosciugare e rendere coltivabile il lago del fucino. A seguito del prosciugamento, “il principe” realizzò ben 272 chilometri di strade, all’epoca private e tali fino agli anni ’50. Nel 1950 a seguito delle numerose lotte contadine, c.d. “scioperi alla rovescia” ricordate nella Marsica anche per il triste “eccidio di Celano” che portò la morte di due braccianti, lo stato intervenne riappropriandosi dei terreni e dandoli in concessione con patto di riscatto a quelli che poi divennero agricoltori, oggi veri imprenditori agricoli – asse portante dell’economia locale. Questi 272 chilometri di strade dal 1876 al 2010 non sono mai stati classificati, – prosegue Del Corvo – gli archivi del Tribunale di Avezzano e del TAR L’Aquila sono pieni di fascicoli relativi ai contenziosi tra comuni marsicani, ARSSA e Consorzio di Bonifica, con milioni di euro spesi, soldi dei contribuenti per pagare le spese legali.Gli agricoltori hanno aspettato con santa pazienza di sapere chi era l’ente che ne avesse la competenza. Nel 2010, a seguito di sentenza del TAR L’Aquila che individuava nella persona del presidente della Provincia il soggetto competente a classificare le strade, sottoscrivevo il Decreto Presidenziale 43/2010 con cui venivano classificate le strade fucensi: alcune provinciali, altre comunali. A tutti è ben noto quanto queste strade siano macchiate di sangue: da ultimo vale ricordare la recente raccolta di oltre 15.000 firme da parte dei comitati dei parenti delle vittime, comitati nati in questi decenni. La giunta comunale di Avezzano cosa fa? Al posto di creare sinergia con gli altri enti, Provincia compresa, al fine di mettere in sicurezza le strade, adotta una delibera che dopo tre anni afferma che il decreto 43/2010 “è da ritenersi inesistente ed in subordine viziato per nullità o illegittimità”, tutto ciò al fine di poter affermare, subito dopo, la propria incompetenza a dover spendere qualche soldino per evitare la morte dei propri cittadini. Lasciamo che le sentenze le facciano i giudici. Le strade in questione aspettano ormai da 140 anni che qualcuno le adegui alla circolazione degli autoveicoli, mezzi di trasporto all’epoca inesistenti. Invito l’intera giunta comunale ad utilizzare le risorse stanziate per le feste di piazza dell’estate avezzanese alla messa in sicurezza di un pezzettino di strade fucensi. I cittadini e l’economia marsicana saranno grati”.