L’Aquila. La decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima per norma costituzionale la legge regionale che imponeva una pausa di riflessione alle operazioni di costruzione del metanodotto e della centrale di compressione nella Valle Peligna e nell’Abruzzo interno, mi sorprende, ma non mi stupisce, e questa è una denuncia forte che mi sento di fare, poiché ancora una volta, la regione Abruzzo, nella persona del presidente Chiodi, ha deciso di non costituirsi in giudizio a difesa di quanto legiferato dall’assemblea regionale. Non è la prima volta che il Presidente Chiodi – ha dichiarato D’Amico – a differenza di altri Presidenti di Regione, decide di non difendere le leggi regionali abruzzesi. E come dobbiamo intendere questa reiterata scelta? Il Presidente non tiene in alcun conto la volontà e la podestà legislativa del Consiglio o non accorda all’Ente Regione pari dignità nella difesa del proprio territorio e dei propri cittadini? Leggerò con attenzione le motivazioni della sentenza e mi farò promotore e primo firmatario di una nuova legge regionale che ribadisca, come e più volte sostenuto dalla Corte Costituzionale in occasione di altre sentenze, la concorrenzialità dei poteri tra Stato e Regione al fine dell’individuazione di percorsi condivisi a tutela della salute e della sicurezza dei cittadini e del rispetto del territorio.